domenica 28 aprile 2013

Operazione Cicero

 
L’albanese Riello, è il perfetto gentiluomo al servizio di un gentiluomo inglese, che per le circostanze del fato e della guerra, è anche l’ambasciatore inglese ad Ankara.  Discreto, arguto, preciso, affidabile sempre, servizievole, Riello è indispensabile ed invisibile. Ma egli è stato anche il servitore della contessa Anna Stawiska, ora in disgrazia e anche lei rifugiatasi nella neutrale Turchia,  per Lei come per tutta la sua classe di ricchi privilegiati, Riello prova una sorta di rivalsa, e la sua ambizione sfrenata pari solo al suo desiderio di ricchezza lo porta grazie alla sua astuzia a carpire e fotografare piani inglesi da rivendere ai tedeschi, che dubitano di lui, ma pagano molto bene. Così diviene un  nome in codice : Cicero,  e alla sua caccia si mettono le potenze in conflitto. Il potere del denaro  irretisce anche la bella e ormai cinica contessa, che  fingendo di diventare sua complice, incasserà tutto il denaro fuggendo in Svizzera, non senza denunziarlo per lettera alle due ambasciate. Cicero scoperto il piano della donna è costretto a fare un ultimo colpo, riuscendo anche stavolta a scappare a tutti i servizi segreti. Ricco fugge a Rio de Janeiro, in una lussuosa villa, circondato da quella bellezza che ha voluto ad ogni costo. Ma la polizia lo raggiunge ed arresta : il denaro utilizzato è falso, uguale ad altro trovato su una signora svizzera.  A Cicero non resta che una amara risata sardonica, non per l’ironia della situazione, ma per il senso di vendetta nel sapere che anche Anna è stata raggirata dai malfidenti tedeschi. Una spystory ha azione vertiginosa , sparatorie, ammazzamenti e violenza assortita, Mankiewicz invece riesce a fare un gioiello perfetto sovvertendo questo canone,  giocando su contortaggini mentali, astuzie, trappole psicologiche, diffidenze reciproche, giochi delle parti e colpi di coda del destino, quello sempre in agguato e oltre ogni frontiera. James Mason come pochi sa vestire l’ambiguità , anche la più detestabile, di classe e oscura raffinatezza. Mentre il mondo è travolto da una delle  più immani tragedie dell’umanità,  piccoli uomini giocano con  carte truccate i destini di molti,  senza alcun scrupolo e dignità.

Cicero : "Se fossi un gentiluomo, non conterei questo denaro. Sfortunatamente, sarò un gentiluomo soltanto quando finirò di contarlo."

Anna ad un semplice diplomatico : " Non mi guardi come se avesse un'altra fonte di reddito a parte il suo stipendio. "

domenica 21 aprile 2013

Cecil Beaton

 
 Raffinatezza seducente con cui fotografa l’illusione della bellezza sublime, che ferma per sempre la vanità di un armonia estetica impossibile, ecco l’arte di un dandy di genio come Cecil Beaton, che da figlio di poveri maniscalchi, diventa il fotografo delle divine e della Regina inglese, il vincitore di Oscar per costumi holywoodiani e l’inventore di un personaggio creato da se stesso : lo snob scettico,  ironico  vate di eleganza e stile, protagonista indiscusso di party e feste mondane, quali  templi edonistici di vacuità da mitizzare e rendere icona fantastica, consapevole dell’evanescenza di questo sogno di perfezione, ma proprio per questo affascinante e irresistibile simulacro eterno  che  vive oltre ogni effimero tempo.


                                                                Cecil Beaton :
“ Un artista è interessante quando ha una personalità forte a sufficienza per essere scandaloso, ma riesce nello stesso tempo ad essere accettato dagli elementi più conservatori della società”.
“Sono riuscito a fare della mia vita una finzione divertente”.
"Forse il secondo delitto più atroce è la noia. Il primo è essere noiosi. ".

sabato 13 aprile 2013

Arturo

Arthur Bach è un  adorabile  eccentrico perditempo straricco  di New York.  Con una leggerezza irresistibile si diverte, generoso  con chiunque incontra,  tra lusso, donne, ubriacature e allegre follie, risistemate poi dal maggiordomo/governante Hobson,  che da quando è piccolo lo fa sopravvivere  con sarcasmo e dedizione,  alla sua stessa condizione di inutile rampollo miliardario. Ma c’è sempre una resa dei conti:  per Arturo arriva con l’imposizione di una moglie ricchissima fissata di volerlo ad ogni costo, non è molto convinto, ma i 950 milioni di dollari che perderebbe del patrimonio di famiglia lo fanno decidere per il si. Peccato che per caso incontra una signorina semplice e carina, tanto svitata da seguirlo nei suoi vaneggiamenti, e  ogni sua convinzione viene meno, e poi la morte  di Hobson,  unico essere che lo ha veramente amato alla fine  lo farà decidere a prenderà la sua prima vera scelta personale e responsabile nello scegliere l’amore al denaro, mollando la promessa sposa sull’altare, e rinunciando ad ogni ricchezza affrontando la vita da povero. Ma uno come Arturo è troppo simpatico per abbandonarlo a se stesso e ai guai che ne verrebbero, e alla fine gli ridanno il patrimonio, con soddisfazione anche dell' amata, perché  l’amore disinteressato è bello, ma in limousine è meglio. Una commedia deliziosa anni ’80 con il musotto di Dudley Moore e la Minnelli e  un remake  divertente  con il bizzarro Russell Brand, con l’idea geniale della spalla maggiordomo John Gielgud  fantastico nel suo amorevole cinismo, sostituito al femminile dall’affetto spietato di Helen  Miller . Un po’ di buonumore a lieto fine ogni tanto ci vuole anche perché come direbbe il nostro Arturo :           “ Non è divertente? Divertirsi è la cosa più divertente del mondo! “.
 "Cosa fai per vivere? " ----
 "Corro in macchina, gioco a tennis, vado con le donne. Però ho i weekend liberi e non ho padroni
. "

domenica 7 aprile 2013

Cercasi amore per la fine del mondo

 

Dodge è uno qualunque, che mentre la radio annuncia che la missione per fermare l’asteroide che minaccia il pianeta Terra ha fallito, e che all’umanità restano solo tre settimane prima dell’impatto, viene lasciato dalla moglie. Una sconfitta personale in più mentre il mondo crolla che vuoi che sia, anche  gli altri sembrano solo storditi da un simile annuncio: se lui continua lavoro e vita casalinga, la sua domestica non si arrende e ogni giovedì è lì preoccupata solo del detersivo mancante, gli amici cercano evasioni da poco liberando a malapena i propri freni inibitori, altri continuano nelle loro piccole ossessioni come la sua simpatica vicina Penny che sembra incurante di quello che sta per succedere, e distratta non gli ha consegnato la lettera di un suo antico amore che gli chiede di passare insieme gli ultimi giorni di vita. Durante una sommossa  scappano e decidono, lui di trovare la ex e Penelope di tornare in famiglia, inizia un on the road anomalo tra due persone molto diverse, ma il cui sentire è più forte delle differenze, si sente un senso di fine inizialmente non tragico, anzi con punte d’ironica presa d’atto, ma con il passare dei giorni diviene più pressante  capire cosa veramente conta, e con chi essere al momento della fine, e per loro sarà essere insieme comprendendo che un giorno o trent’anni  infondo non modificano l’intensità di un sentimento se reale, l’importante è averlo vissuto. Passeranno l’ultima attesa in un letto a parlare mentre un ultima luce accecante illumina il volto di Penny, l’unica cosa che Dodge desidera guardare come ultima . Ci sono film che un po’ ti spiazzano, sembrano una commedia e si rivelano più profondi di tanti impegnati, utilizzano stereotipi rivitalizzandoli,  questo parte dal potenziale script di un Armageddon bizzarro  e  con seria  leggerezza finisce per raccontare  ibridamente  di un umanità confusa, che perde tempo prezioso ogni giorno. Per esempio dimenticandosi di ascoltare ancora e ancora con sottile piacere This guy's in love with you  di  Burt Bacharach, magari su  un vecchio vinile ……..


Penny e Dodge:      “Vorrei che ci fossimo conosciuti tanto tempo fa”; “Non poteva essere in altro modo ; doveva succedere ora”; “Ma non c’è abbastanza tempo”; “E non ci sarebbe mai stato”; “Pensavo ci saremmo salvati a vicenda”;“ Lo abbiamo fatto…”