domenica 23 giugno 2013

IL REX

Prima dei grattacieli sul mare di oggi, vi erano i romantici transatlantici: imponenti sogni eleganti che osavano  con lussuosa velocità attraversare  l’oceano, i più rapidi potevano fregiarsi del Blue Ribbon, il Nastro Azzurro  per chi batteva il record di arrivo dall’ Europa a New York.  Il più grande e celebrato transatlantico italiano fu il Rex, costruito a Genova nei cantieri navali Ansaldo,  il suo primo viaggio fu nel settembre del 1932, e per un decennio sarà il più prestigioso e agognato modo di attraversare  il mare. Una turbonave di 51.062 tonnellate di stazza, una potenza che  raggiungeva i 140.000 cavalli, un equipaggio 870 per 2032 passeggeri. Una perfezione simbolo dell’eccellenza dell’industria e della marineria italiana, pari solo alla raffinatezza degli arredi per i suoi 12 piani. Una città galleggiante con negozi, palestre, 2 piscine, sale da ballo, saloni, ristoranti , un cinema , un teatro, una banca, una libreria, uno studio per la fisioterapia e senza una seconda classe  ……  Il Rex conquistò il Nastro azzurro nell'agosto 1933 con una velocità media di crociera di 28,92 nodi. L’impresa iniziò alle ore 11:30 del 10 agosto 1933 quando la nave salpò da Genova alla volta di New York al comando del Capitano Francesco Tarabotto. Durante quel viaggio riuscì a percorrere le 3181 miglia che separano Gibilterra dal faro di Ambrose in 4 giorni, 13 ore e 58 minuti. Il massimo percorso effettuato in un solo giorno fu di 736 miglia, alla velocità media di 30,6 nodi. Il mondo intero la festeggiò in modo trionfale, e per anni riviste, pubblicità , manifesti ne acclamarono la supremazia  nei  viaggi di piacere, di lusso, ma anche  di lavoro e appunto prestigio internazionale. Tutto  finisce  con la primavera del 1940, la guerra cancella ogni cosa della vita precedente, non sarà mai  più una nave passeggeri, il Rex fu requisito dalla marina  come nave ospedale per il trasporto di feriti. Si decise poi di lasciarla nel sicuro porto di Genova, ma dopo il bombardamento della città da parte della marina inglese fu trasferito a Trieste. Dopo l'armistizio cadde in mano dei tedeschi che nel tentativo di spostarlo nella più sicura baia di Capodistria lo fecero arenare.  L'8 settembre 1944 il Rex era ancorato nelle vicinanze di Trieste (tra Isola d'Istria (Izola) e Capodistria (Koper), oggi Slovenia), dove fu avvistato dai ricognitori della RAF  fu  bombardato con 123 razzi. La nave bruciò per quattro giorni prima di affondare. Stessa sorte sarebbe toccata all’altro mitico  transatlantico Conte di Savoia . Gli abitanti locali saccheggiarono la nave e presero tutto cio' che era rimasto di valore,  specialmente il ferro,  cosi' il "Rex" divenne la piu' grande miniera di ferro negli anni '50. Resta il mito di una favola reale, della bellezza unita alla capacità tecnica, resta la scena di Fellini di quel Rex che appare con le sue luci abbaglianti che squarciano il silenzio della notte abbagliando i protagonisti del film Amarcord di una Rimini anni '30, anche se la meravigliosa nave  nel mare Adriatico non vi è mai passata nei suoi anni luminosi. Ma che importa un sogno è  un sogno.
 
Genova celebra  il transatlantico Rex con una mostra, nell’ottantesimo anniversario della conquista del Nastro Azzurro con una Mostra che successivamente si sposterà a New York,  ancora una volta  queste due città unite dal nome magico di questa bellissima dei mari.

domenica 16 giugno 2013

Biancaneve

C’era un volta una deliziosa creatura di nome Biancaneve,  per il candore della sua carnagione, principessa amata da uccelletti e cortigiani e detestata dalla matrigna fascinosa  Grimilde,  che  chiede conferme della sua bellezza ad uno specchio magico che sempre le risponde essere Lei la più bella del reame,  sino a quando non pronuncia la fatidica sentenza che  la dolce  Biancaneve è più bella di Lei.  La ragazza è condannata dalla crudeltà della regina che giunge ad incaricare un suo fedele  cacciatore d’ ucciderla e strapparle il cuore, ma nel bosco ne avrà pietà salvandola, e sostituendo la frattaglia con quella di un cerbiatto.  La ragazza spersa nella boscaglia  si sente perduta, ma gli animali la confortano e giungere alla  casina misteriosa dei sette nani, qui si addormenta sino all’arrivo dei 7 mini-minatori di diamanti,  che sorpresi l’accettano in cambio di pulizie e cucina. Per un po’ tutto è  armonia, ma la Regina cattiva, in realtà una strega pericolosa,  scopre l’inganno e dove si nasconde, e sotto le mentite spoglie di una  orrida vecchina le rifila una rossa mela avvelenata, facendola cadere in una perenne morte apparente, gli animali costringeranno la strega malvagia a cadere in un burrone  ma nel bosco è dramma , la chiudono in una teca di cristallo per poterla almeno continuare ad ammirare. Così la vedrà un Principe azzurro, che innamoratosi di quel bel volto istintivamente lo bacia,  sconfiggendo  il terribile incantesimo e riportando alla felicità la fanciulla, che vivrà da ora il suo lieto fine.  I fratelli Grimm creano un archetipo favolistico ripreso da fiabe del nord,  sulla dualità del rapporto conflittuale madre/figlia con il bisogno di affermazione  della prima e bisogno di crescita della seconda, alter ego l’una dell’altra e  con il bisogno  di sofferenza e morte per trasformarsi  da adolescente a donna.  Forse sono molti i valori criptici nascosti nella fiaba, ad esempio  la rinascita della stagione primaverile,  come spesso in favole e leggende,  ma è la magia della bellezza  e dell’innocenza contraposta all’orrore e alla malvagità  che affascina da generazioni, e che porterà Walt Disney nel 1937,  a sceglierla come storia per il suo primo lungometraggio a cartoni animati e a colori, un evento nel cinema, che darà il via ad un nuovo modo di fare film, pur  ricordando  la lezione di molti altri già fatti ( Disney costrinse i collaboratori a visionarne una sfilza da Giulietta e Romeo a Nosferatu ). E con le note delle sue indimenticabili canzoncine ricordiamo i nomi da quiz dei sette nanerottoli :  Dotto, Mammolo, Pisolo, Gongolo, Eolo, Brontolo e Cucciolo.      E forse uno dei segreti del suo  incantamento è il toccare in noi  le corde della paura, dell’orrore, della speranza, dell’immaginazione, anche delle ambiguità nascoste  ( della promisquità  tra la pura  principessina  convivente di sette nani,  vogliamo parlarne? ).   Soprattutto  indimenticabile è per sempre,  l’avvenenza  da femme fatale  della regina Grimilde mentre evoca  “ Specchio,specchio delle mie brame  …….  chi è la più bella del reame?  …….   “.
 
 

domenica 2 giugno 2013

La Morte se la ride ......


“Ricordati che devi morire “ diceva l’umile servo al generale in trionfo dell’antica Roma, perché non inorgoglisse oltremisura e proliferavano amuleti con teschi ammonitori. Questo Memento mori non è mai stato dimenticato anche in epoca cristiana ( ne faranno il loro motto i Frati trappisti ), con iconografie che si fanno  in vita, ma soprattutto nei momenti tragici come la Grande Peste del 1348  diviene d’uso rappresentarla come compagna sardonica della inutilità delle ambizioni umane. Ecco la Morte in trono farsi beffe delle suppliche dei potenti come di quelle degli ultimi, ballare con i suoi scheletri accanto al Papa come accanto ai Principi. Resterà tema popolare nella pittura  della Controriforma nelle “natura morta”, dove forme di vita e di natura è ferma, corrotta, in stato di decomposizione, di morte, e  dove a volte uno stesso teschio appare tra fiori e frutta . Il compiacimento nei secoli di uno scherzo al nero, che diviene anche laico, sarà arcano maggiore dei tarocchi, ornamento oscuro di mode che si riproporranno  negli anni, e prenderà anche tematiche sensuali nel contraporre l’immagine di una allegorica scheletricità rapace danzare, rapire, circuire, ghermire la bellezza di una giovane donna seminuda e seducente.   La Morte è con noi sempre, e se la ride delle nostra paura, della nostra vanità, della nostra superbia : Lei Grande Regina invincibile sogghigna degli uomini e inscena una danza macabra con sottofondo di un bolero eterno ed ineluttabile.

 
"La morte è un mostro che caccia dal gran teatro uno spettatore attento, prima della fine di una rappresentazione che lo interessa infinitamente. " -  Giacomo Casanova

"Oh, fascino d'un nulla follemente agghindato! ..../ Speri dunque di cacciare il tuo incubo beffardo/al canto dei violini, alla fiamma delle candele? / Vieni a chiedere che il torrente delle orge/rinfreschi l'inferno acceso nel tuo cuore?.... / L'incanto dell'orrore inebria solo i forti.   .... / L'abisso dei tuoi occhi, pieno d'orribili pensieri, /esala vertigine, e i cauti ballerini /non contempleranno senza nausee amare."                                       Danza Macabra Charles Baudelaire
"Se guarderai a lungo nell'abisso, anche l'abisso vorrà guardare in te. " Edgar Allan Poe

"Vi mostrerò il terrore in un pugno dì polvere. "  T. S. Eliot