domenica 17 novembre 2013

La Primula Rossa


 "La cercan qui, la cercan là,/ dove si trovi nessuno lo sa./ Che catturare mai non si possa,/ quella dannata Primula Rossa?"

Un motivetto ci presenta le mirabolanti imprese dell' inafferrabile vendicatore dei nobili francesi ghigliottinati dal Terrore nella Francia  di Robespierre, che più che attuare la liberazione del popolo, fa inutili carneficine che alla fine porteranno Napoleone al potere come Imperatore con una nuova élite sola al comando. Prima del fumettistico Batman, un giustiziere ricco, nobile e fintamente svagato, anche se di parte naturalmente, nasconde la sua vera natura di leader coraggioso  in perenne sfida con la morte, con  una ramificata rete di “salvatori” di teste rotolanti nel paniere della traviata rivoluzione del 1972. Sir Percy Blakeney  si finge un inetto dandy preso solo da facezie ed eleganti nodi al cravatta, mentre è un astuto e impavido condottiero di volontari che dall'Inghilterra si prodigano per salvare più aristocratici possibili da madame la ghigliottina con travestimenti e imprese audaci aggirandosi in una Francia il cui un popolo giustamente  in lotta per ingiustizie, fame e povertà si trasforma in un mostro senza pietà, assistendo esultante a una catena di esecuzioni crudeli ed inutili ai fini veri del movimento, il cui grido di battaglia Liberté, E'galité, Fraternité, diventava un urlo sarcastico. Qui ci gustiamo su questo sfondo storico, le avventure intrepide, il fasto di corte, le strategie di una cospirazione, l'ironia che il personaggio spande, e i sentimenti contrastanti che il nostro prova per la bellissima moglie francese, ex attrice che lui sospetta di essere una spia, invece anche lei vittima di un clima di paura e sospetti e prima ancora di pregiudizi di casta, che solo per caso comprende essere l'uomo che nonostante la sua inetta trasformazione ama, essere l'eroica Primula Rossa, riuscendo a riconquistar il suo cuore, la primula è fiore semplice e tenace.  Eh si, allo spirito, ogni tanto un' avventura ci vuole proprio. 

sabato 2 novembre 2013

Robert Doisneau

Affascinante mostra a Genova sul fotografo  Robert Doisneau :  una città muliebre come Parigi e chi la vive giorno per giorno in ogni sua sfaccettatura viene colta dall'obiettivo amorevole e complice di chi ama quei luoghi e la gente che li anima,  e ci regala  attimi intimi e giocosi, tristi e ironici, teneri e malinconici. Ogni volto ci assomiglia un po' nella fragilità e nella volontà di esserci anche solo per un momento, momento effimero che Doisneau rende eterno nel suo amabile b/n.


  Robert Doisneau :

 -Vi spiego come mi prende la voglia di fare una fotografia. Spesso è la continuazione di un sogno. Mi sveglio un mattino con una straordinaria voglia di vedere, di vivere. Allora devo andare. Ma non troppo lontano, perché se si lascia passare del tempo l'entusiasmo, il bisogno, la voglia di fare svaniscono. Non credo che si possa vedere intensamente più di due ore al giorno.-

Il fotografo deve essere come carta assorbente, deve lasciarsi penetrare dal momento poetico. La sua tecnica dovrebbe essere come una funzione animale, deve agire automaticamente.-

-Mi piacciono le persone per le loro debolezze e difetti. Mi trovo bene con la gente comune. Parliamo. Iniziamo a parlare del tempo e a poco a poco arriviamo alle cose importanti. Quando le fotografo non è come se fossi lì ad esaminarle con una lente di ingrandimento, come un osservatore freddo e scientifico. E' una cosa molto fraterna, ed è bellissimo far luce su quelle persone che non sono mai sotto i riflettori.
Certi giorni basta il semplice fatto di esistere per essere felici. Ci si sente leggeri, leggeri, ci si sente talmente ricchi che viene voglia di condividere con qualcuno una gioia troppo grande. Il ricordo di quei momenti è il mio bene più prezioso. Un centesimo di secondo qui, un altro là, sommati insieme non saranno che due o tre secondi rubati all’ eternità. -

-Quello che io cercavo di mostrare era un mondo dove mi sarei sentito bene, dove le persone sarebbero state gentili, dove avrei trovato la tenerezza che speravo di ricevere. Le mie foto erano come una prova che questo mondo può esistere -