Scottie non è più un
poliziotto perché per le sue vertigini ha fatto morire un collega.
Un vecchio commilitone così gli propone di seguire sua moglie
Madeleine, che dà strani segni di squilibrio credendo di essere la
reincarnazione di Carlotta, un ava suicidatosi alla stessa età. Il
fare misterioso e il fascino algido della bella signora conquistano
il cuore del detective che le salva la vita, diviene suo confidente
e possibile amante. Ma intento a convincerla che tutto è frutto di
una sua fantasticheria, in un convento lei gli sfugge e non potendola
inseguire bloccato dalla sua fobia, ella compie il suo destino di
morte gettandosi dal campanile, l'impotenza a reagire gli fa perdere
amata e senno. L'uomo che riemerge mesi dopo, è un essere distrutto,
che un giorno per caso vede una donna molto assomigliante a
Madeleine, la segue e s'insinua nella sua vita, ma per la sua
ossessione non basta, lui vuole ricreare quella creatura perduta, e
convince Judy a trasformarsi in Madeleine particolare dopo
particolare. Ma le due donne sono la stessa persona, lei ha finto una
parte perchè complice dell'ex commilitone che ha inscenato un piano
perfetto per uccidere ed ereditare il denaro della moglie, non era
previsto che lei però si è innamorasse di Scottie. E ora è
disposta a rinunciare a se stessa pur di essere amata da lui che
l'aspetta una sera impaziente, giunge, ma ha ancora i cappelli
sciolti, non basta vuole tutto il suo incubo e solo quando Judy ormai
totalmente Madeleine appare in una luce rarefatta al verde del neon
con il tailleur grigio, bionda e con i capelli raccolti in uno
chignon, si compie l'epifania : lei ritorna dalla morte, tutto si
ferma e vortica, lui può ancora amarla ora. Le illusioni o si vivono
al di fuori della realtà, o essa le ucciderà crudelmente, Judy
commette l'errore di conservare un pendente della defunta per
ricordo, Scottie lo riconosce e comprende, non finge d'ignorare la
verità e salvare il sogno, la trascinerà nuovamente al convento,
fecendole rivivere l'orrore dell'omicidio sul campanile, Lei cerca
di dissuaderlo con il suo amore disperato, ma all'improvviso un ombra
avanza nel buio e con un grido Judy precipita, una suora si affaccia
sconvolta, recitando un requiem per la sua anima. Scottie si liberato
della sua paura, ma resta prigioniero per sempre della sua
ossessione. Su questo film si è detto di tutto, Hitchcock nella sua
forma più malata ed eterna, prima ha spiazzato poi creato
generazioni di adepti, c'è chi critica l'incoerenza o i cambi di
rotta continui, chi ama il morboso che ha in se e che ci appartiene
comunque. Personalmente è uno dei miei must assoluti, amo questo
film con la stessa maniacità con cui Scottie ama la Signora
Madeleine. Mi intrigano i temi dell'ossessione, della mania
compulsiva in soggetti apparentemente “normali”, James Stewart è
l'americano tipo, solido, affidabile e sorridente, eppure in lui
albergano fobie, voyeurismo, incubi, feticismi, vertigini fino alla
perdizione di se stesso. Il buon vecchio zio Hitch, qui ha sfoderato
ogni possibile delirio, in confezione extralusso, con scene
magnifiche tra specchi, spirali, cornici, illusioni ottiche mentre
una musica di Herrmann ci ipnotizza; virtuosismi cinematografici in
cui noi guardiamo un uomo che guarda una donna che guarda il quadro
di un fantasma, dove nessuno è quello che appare, con una bellezza
indimenticabile, con un amore impossibile e la perenne frustrazione
di poter sfiorare un sogno cupo per poi perderlo definitivamente,
lasciarsi annegare nel buio profondo di un desiderio, osservare i
cerchi di un tronco di una centenaria sequoia e credere di aver vissuto in un altra vita che
ora chiede il conto, inseguire la morte e la follia tra romanticismo
e malattia, mentre il destino tesse una tela invisibile ed
inesorabile. Scottie che non può amare fisicamente la rossa e vitale
Judy finchè non l'ha trasformata nella sofisticata e defunta
Madeleine, ma deve vestirla della sua ossessione per spogliarla e
possederla, ci inchioda allo schermo ancora oggi perchè vivere una
passione quasi in modo ossessionante è qualcosa che può
appartenerci anche se non ne siamo consci, e che può accompagnarci
tutta una vita o rivelarsi all'improvviso denudando quel lato oscuro
in noi che così bene mascheriamo tutti i giorni e che forse questa
malsana vertigine in noi fa si che siamo persone più interessanti.
Scottie e Madeline/Judy
: " Ha
una meta particolare?
No: pensavo di andare un po' in giro. Stavo
per fare altrettanto. Oh già, l'avevo dimenticato: è la Sua
occupazione. Non crede che sia una perdita di tempo per tutt'e due?
Girare separatamente?
Eh. Da soli si può andare in giro, in
due si va sempre da qualche parte."
"È come se io stessi percorrendo un lungo corridoio che è
ricoperto di specchi... e alcuni frammenti di quegli specchi sono
ancora là... e quando arrivo alla fine del corridoio non c'è altro
che oscurità... e io so che, addentrandomi nell'oscurità, vado a
morire..."
"Qui io devo essere nata e qui
devo essere morta. È stato solo un attimo, per la pianta, e non se
n'è neanche accorta"
“Se
mi lascio trasformare come vuole, se faccio quello che dice, riuscirà
ad amarmi?
Sì,
sì! Allora
lo farò!”
“ Non
si tengono mai i ricordi di un delitto... non avresti dovuto
essere così romantica. ”
« C'è ancora
un'ultima cosa che devo fare, e poi sarò libero dal passato. »