Prima Guerra Mondiale: due aviatori francesi, il proletario
tenente Maréchal e l'aristocratico capitano De Boeldieu, sono abbattuti con il loro aereo
dall'ufficiale tedesco Von Rauffenstein, asso dell'aviazione tedesca. Fatti
prigionieri insieme ad altri connazionali preparano una serie di fughe, da un
campo di prigionia all’altro fino a che giungono alla fortezza di Wintesborn in
Alsazia, comandata dallo stesso Von Rauffenstein rimasto invalido in una
missione. Qui ritrovano il soldato Rosenthal,
un ricco ebreo francese che avevano conosciuto nel primo periodo di prigionia. Von Rauffenstein è ingabbiato nel fisico e nel
morale anch’egli nel castello, detesta non essere in prima linea, vede in De
Boeldieu, un pari grado capace di comprenderlo ed instaura con lui un rapporto
privilegiato, il quale lo ricambia per sintonia di status, ma senza mai
dimenticare di essere dall’altra parte. E proprio affidandosi a questa “complicità”,
riesce a far fuggire Maréchal e Rosenthal,
sacrificando la propria vita, ucciso da un disperato Von Rauffenstein. La fuga è difficile e i due stanno per cedere,
quando trovano rifugio nella casa della giovane vedova di guerra Elsa e sua
figlia Lotte, qui vivono finalmente un po’ di pace e tra Marechal e la donna
nasce un sentimento, mentre infuria la guerra sperduti in quella casupola loro
quattro vivono una serenità quasi impossibile, ma che non gli impedisce ancora
di tornare in patria , anche se con la promessa di tornare. Ancora in cammino,
le loro impronte nella neve sono avvistate dai soldati tedeschi che tentano di
sparare, ma ormai sono due punti neri in una distesa bianca oltre il confine
svizzero, e per quel codice d’onore che ogni giorno va spegnendosi tra sangue e
odio insensato, che però balugina ancora
nell’animo umano li risparmiano, lasciandoli liberi d’illudersi di tornare alla loro terra per gli ultimi fuochi di
battaglia. Immenso film, che riesce con una
semplicità di stile e una poesia rara,
mai infingarda, a trattare temi impossibili. Quasi diviso in tre parti , una
prima con decine di personaggi ( nei campi di prigionia) , con una dozzina
nella seconda nella fortezza, con quattro in casa di Elsa. Come se ogni dramma
universale, trovasse poi un compimento nella piccola realtà personale . Ci sono
leggi sociali che vanno oltre le nazionalità, ma appartengono alla
trasversalità delle classi, del denaro, degli obblighi, dell’appartenenza. La
Grande illusione è che non ci siano più guerre, che siamo tutti uguali , che le
utopie vinceranno, che il particolarismo finirà. Ognuno porta il suo
individualismo : Rauffenstein con la sua cura maniacale per gli oggetti della
sua stanza, per quel fiore unica bellezza della fortezza, De Boeldieu, eroico, ma sempre con nobile
distacco come i suoi guanti bianchissimi, la natura schietta e popolare di Maréchal e la
generosità di chi può permetterselo di Rosenthal. Lo sguardo di Renoir non li
giudica, li coglie con pudore e simpatia nella loro essenza umana anche nella
tragedia globale, bastano piccoli
dialoghi, scene come la rappresentazione
teatrale in cui un giovane soldato sia vestito
da donna, per risvegliare pulsioni congelate dalla situazione di prigioniera
con sguardi quasi cannibali, ma anche risvegliare il senso patriottico con l’intonazione della
Marsigliese sfidando gli ufficiali tedeschi anche se ridicolmente travestiti da
scena, ma con una dignità commovente; o la struggente malinconia di Rauffenstein
che taglia l’unico fiore rimasto mentre
la neve scende, per omaggiare la morte dell’amico De Boeldieu, immagine del gelo
interiore con il romanticismo di un mondo condannato al declino, per sostituirlo vi è quello borghese e
popolare dei Rosenthal e dei Maréchal,
più vitale forse, ma non apportatore di nuovo buon senso, perché tutto cambia
per non cambiare. Solo l’occhio del regista anche se ne è consapevole non ci fa
mancare uno sguardo pietoso e di speranza nell’uomo che può superare classi e
nazioni, pregiudizi, perché soltanto il valore etico dell’umanesimo può ancora
salvare l’umanità da se stessa.
Rosenthal e Maréchal: "Bisogna finirla questa guerra, no? Speriamo che sia
l'ultima. " - - " Oh, non ti fare
illusioni, ritorna alla realtà." e fuggitivi davanti alla frontiera
svizzera - "Ma sei sicuro che sia la Svizzera laggiù di fronte?" - - "Che
discorsi... Più che sicuro! "- - " A me sembra tutto
uguale, qui." - - "Eh, che cosa vuoi... Le frontiere non si vedono mica. Sono
un'invenzione dell'uomo: la natura se ne fotte!"
Lucy, non amo i film di guerra come quelli Horror, mi mettono ansia e non sopporto le scene di violenza e d'impotenza e non amo neanche il NASO di Jean Gabin anche se mi ricorda tantissimo il nasone di mio nonno Giovanni (buon'anima). E in ogni caso tu, con la tua brillantezza, sai mettere su un vassoio trame di film di qualsiasi genere, rendendone seta la lettura!
RispondiEliminaMa io voglio sapere che c'hai trovato negli ovetti?
E i cuneesi (si scrive così?) son finiti?
Li hai abbattuti tutti?
Uno, dico uno solo, potevi salvarlo per me!
E' Pasqua micetta, anzi fra poco è Pasquetta e qui fa un freddo gatto.
Passo e chiudo!
STRAMIAOUUUUUUUUUUUUUUUU'
Ma Lucyyyyyy che gli hai fatto al Lord (((((
RispondiEliminaE' tutto rosa.........
Cara EliJoe, questo non è un film di guerra, ma di uomini travolti dalla tragicità della guerra.
RispondiEliminamiciatsra altro che noiosi ovetti ma Cuneesi al Rhum,
così è festa maioooùùùùùù ma per te ce ne sempre tranquilla fffffffffrrrrrrrrrrr
Baciotti e fusa stregotta freddolosa
Lucy...io non vedo neanche quelli che sono travolti nella tragicità della guerra....
EliminaNasi a parte :)
Il Lord vampiro ci si è infilato da solo nei sacchetti rosa, gliè preso sto trip ...... miaooo
RispondiEliminaMeno male......credevo avesse la varicella o fossero state le fragole che gli ho fatto mangiare mentre quegli aerei venivano abbattuti....
EliminaPPPFFFFJJJUUUU.....
Ma questo è speciale ok ok il possimo film parlerà d'amore, tempeste, e legende miaoooooooooo
RispondiEliminaQuello non è allergico a nulla, è un furbacchione adorabile, non si può resistergli miaooùùùùù
RispondiEliminaUn film che chissà perchè non sono mai riuscito a vedere, anche se ne ho sempre avuta voglia. Queste tue splendide note mi fanno aumentare la voglia ... miaooo!
RispondiEliminaAllora cercalo Ally, è veramente un grande film. Fusa e miagolii ffffrrrrrrrrr
RispondiEliminami piace che metti sempre tante foto che coinvolgono un sacco !
RispondiEliminaQuesto devo averlo visto più o meno da bambino, ma anche grazie alla tua ottima recensione credo proprio sia ora di dargli una rispolverata... :D
RispondiEliminaCiao e Miao!
Piace anche a me per questo le metto, ho una vera passione per le fotine. Miaoùùùùù
RispondiEliminaE' un film notevole, con una poesia delicata in mezzo all'infuriare degli eventi, come quel fiore che coltiva e recide il mitico Erich von Stroheim. Miagolii affettuosi Zietto
RispondiEliminaE' un film notevole, con una poesia delicata in mezzo all'infuriare degli eventi......
RispondiEliminaMi ha colpito molto questa tua risposta al commento di Zio Scriba perchè contiene la sintesi perfetta del film dove, al frastuono della guerra si accompagnano i sentimenti e le angosce dell'animo umano.
E' un film romantico, senza essere, però infarcito di quel romanticismo mieloso e sospetto, tipico di tante storie di guerra (o d'antagosnismo) dove la morale finale ci racconta che gli uomini sono tutti uguali.
E non è assolutamente vero.
Una storia d'amicizia rude e niente affatto facile, che però emerge umanissima nella complicanza dei principi e delle motivazioni di cui i protagonisti sono portatori ed interpreti, e mai sottaciuti.
Renoir ha l'immenso pregio di non concedere al fin troppo facile sentimentalismo l'ultima parola ma con efficacia si perita di sottolineare lo scettcismo con cui egli stesso guarda agli eventi reali e a quelli filmici.
Ed è, alla fine, proprio questo il punto di forza del film.
Un classico intramontabile :)
Un bacio, Lucy, che sono appena emersa dalla trincea delle feste!
Cara Marilena, le Feste come molte manifestazioni umane irescono a trasformarsi in incubi e guerre, anzichè occasioni d'armonia e vicinanza. Ma se così non fosse forse non si farebbero più films, libri, canzoni,tutto filerebbe troppo liscio.
RispondiEliminaBellissimo commento il tuo che coglie appieno lo spirito di Renoir nell'affrontare un tema che riprende dilemmi antichi quanto l'uomo stesso, riuscendo anche a ricreare il quadro ( non petava evitarlo il figlio di Auguste )di un epoca al tramonto con tutta la malinconia che porta con se e la triste speranza del nuovo vi sostituisce. un bacio mia Escura.
non ho visto nemmeno questo. forse dovrei cercarlo su sky classic. questi titoli me li segno
RispondiEliminaSegnatelo Pupy è veramente molto bello. Baci
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