Nell’estate 1962 la mitica rivista di moda
Vogue fa realizzare al fotografo
Bert Stern una serie di scatti con Marilyn Monroe. Viene scelto come set una
suite dell ‘ Hotel Bel Air a Los Angeles . Dovevano essere foto glamour
con abiti Dior e gioielli. Lei giunse con molte ore di ritardo, ma poi completamente
a disposizione, tre giorni chiusi li dentro, con 2571 scatti , soprattutto la Diva pronta a spogliarsi degli abiti e
davanti all’obiettivo e delle sovrastrutture
disumanizzanti. Immagini che ci mostrano una Marilyn bella e segnata ( anche
una cicatrice da operazione, l’ eyeliner
nero e il pesante rossetto rosso che evidenziano l' insicurezza per quella pelle che ora
ha qualche sottile ruga ) , disponibile e fragilissima, divertita e stanca, sensuale e sciupata, seducente e malinconica. Impegnerà il fotografo a
scegliere lei gli scatti più belli, ma quando li restituisce gran parte del
materiale è rovinato da lei che ha ucciso letteralmente la sua immagine e se stessa con un pennarello rosso e
graffiando con delle forcine i fotogrammi del negativo. ( Che solo molti anni dopo con l’avvento del
digitale Stern è riuscito a salvare ). Un set diviso : le
foto di lavoro per la rivista e quelle
intime tra champagne, lenzuola, profumi,
tra il fotografo e l’ icona erotica di
quegli anni, probabilmente per qualche
ora lontani da tutto solo un uomo e una donna, con intorno quella luce bianca
rivelatrice senza altro, accecante e denudante corpi e anime. Poche settimane
dopo Marilyn- Norma Jean moriva sola tra
barbiturici e alcol. Vogue aveva un servizio clamoroso da pubblicare .
«Marilyn arrivò. Con cinque ore di ritardo. E fu una
sorpresa... non era invecchiata, non era formosa, anzi doveva essere molto
dimagrita... si era trasformata... aveva una sciarpa attorno al capo, e non
aveva un filo di trucco, niente. Era magnifica. E un'altra sorpresa fu la voce:
non era la timida voce infantile dei film, la sua voce era adulta e molto femminile.
Era spontanea, naturale, vera». - Bert
Stern –
Un' ultima frase dal diario di Marilyn Monroe : " Mi sento orribile. Datemi un po' di tempo, mi truccherò e sarò di nuovo Marilyn."
L'ultima frase del suo diario, Lucy, è al contempo meravigliosa terribile, denunciante la sua fragilità e la sua estrema consapevolezza della donna e del mito, che lei ben sapeva di dover scindere.
RispondiEliminaAssolutamente bella la sua foto dove appare la cicatrice: il corpo delle donne è spesso segnato dalle cicatrici, anche quello delle dive.
Commovente e partecipato questo tuo bellissimo tributo a Marilyn, alla donna prima ancora che alla diva.
Aggiungere parole a ciò che tu così bene e con lucidità hai scritto in questo post sarebbe davvero superfluo, eppoi, oltre le tue parole, ci sono le meravigliose fotod di lei e quella ultima pagina del suo diario così esplicativa e così dentro la sua leggenda.
Magnifica Marilyn!
......e brava tu, Lucy, a tracciare questo suo ritratto in modo così essenziale, pulito, eppure estremamente seducente.
Un bacio
Cara Marilena, era una storia che mi affascinava, le ultime immagini di una donna molto amata e profondamente sola, bellissima eppure insoddisfatta, che si rivela nella sua fragilità, anche nei difetti, nelle cicatrici, negli anni che passano. La sua volontà di distruggere quelle foto in cui non si riconosceva, ma lo stesso di abbandonarsi anima e corpo all'obiettivo e a quell'uomo, forse l'ultimo in cui sperare per essere compresa fino in fondo. Eros e thanatos ancora una volta.
RispondiEliminaUn bacio tra veli colorati
Mi fa sempre una certa tenerezza questa donna apparentemente così forte e invece così fragile. Bel post
RispondiEliminaProbabilmente molta dell'affascinazione verso il suo mito intramontabile, è dovuto al mix che incarnava, sex-appeal,la simpatia, tragedia, malattia, bravura e scoop,incoscienza e fragilità. Grazie Alfoso miao
RispondiEliminaSplendidamente teneri e delicati (come sempre, del resto) sia il tuo post che il dialogo nei commenti. Credo sia un destino atroce, l'incarnare al tempo stesso un ruolo di OGGETTO del desiderio e una personalità consapevole, sensibile, fragile, intelligente.
RispondiEliminaUn abbraccio.
un'icona senza tempo!
RispondiEliminaSensibile e alla fine misteriosa, grande mito immortale ... quale altra banalità posso aggiugnere? ... avrei voluto essere quel fotografo ;)
RispondiEliminaCaro Nick, la prima idea per questo post mi è venuta per quell'ultima immagine che ho inserito , una icona sexy quasi crocefissa da se stessa e dallo star system. Una donna fragile, che con un segno deciso cancella l'apparenza di se. E' vero la cosa più interessante e coinvolgente di questo spazio sono gli intrecci di commenti che vi appaiono, e rendono vitale questi miei scritti con immagini. Un saluto felinosissimo miaooooùùù
RispondiEliminaHallo Isabel, eh si , e proprio la sua contraddittorietà la rendono tale. Miaoooùùù
RispondiEliminaQuando si tratta di miti e storia è facile finire per dire cose già dette e riette. Ma sovente sono molrto vere. Un caro saluto
RispondiEliminaL'immagine di lei che più mi è rimasta dentro è quella di un'ultima scena de 'Gli spostati'... quando urla: 'assassini'
RispondiEliminaal duo Gable-Wallach. Molto intensa...
Come il tuo post
Un bacio grande
Cla
Micetta un ultima scena, un ultimo film, ultimo set, un ultimo fotogramma che fermano il tempo di un attrice, di una donna, di un icona che il tempo ha finito per sfidare e vincere.
RispondiEliminaUn bacio grandissimo cucciolotta. ffffrrrrrrr
Un mito, seppure fragile.
RispondiEliminaciao Felinità
RispondiEliminaquesta donna è sempre molto bella, nonostante in queste foto sia dimagrita ee sia segnata da una cicatrice. la sua fragilità l'ha fatta diventare quel che è un mito, un'icona della bellezza.
in queste foto in cui appare molto naturale è ancora più autentica che nei film
La prima foto mi piace tantissimo, mi ispira tante sensazioni diverse!
RispondiEliminaForse lo è diventata anche per questa evidente fragilità. Un bacio Gianna. miaooùùùùù
RispondiEliminaPupy erano molte le cose che mi affascinavano in questo ultimo atto di una diva tanto desiderata e così profondamente sola. Baci
RispondiEliminaAnna anche a me quella foto "parla". Miaooùùù
RispondiEliminavera diva prima del photoshop
RispondiEliminaCerto Giardi che i trucchetti estremi di questi anni sia chirurgici che di ritocco fotografico spengono l'emozione di un volto di un corpo e omologano pericolosamente l'umanità.
RispondiEliminaMiaooooooùùùùùùù ffffffrrrrrrrr