Un broker dedito ogni giorno a soldi e numeri, si rilassa Metropolitan Museum ad ammirare i dipinti di Vermeer. Qui un giorno vede Anna, una ragazza francese che gli ricorda uno dei dipinti, cerca di conoscerla mettendfole in mano un bigliettino, lei gli dà un improbabile appuntamento in un caffe' dell' Waterfront, con amica di lei per poter fingere di non parlare inglese, ma la cosa si trasforma rapidamente in qualcosa di impegnativo. Lui si dichiara esausto di spiare "dove andranno i numeri", desidera la bellezza esistenziale che intravvede nella grande pittura. Lei, invece gli chiede i soldi necessari per tornare in Francia, trova però una chiamata in segreteria in cui le dichiara il suo amore, ma anche se si precipita pentita al museo scopre che ormai lui è morto improvvisamente per un emorragia cerebrale mentre la chiamava. Anna sconvolta resta al museo davanti al quadro con la fanciulla che le assomiglia, e che guarda a noi infinitamente. Un piccolo film che silenziosamente riflette su vita, amore, morte, arte, fatto quasi d’improvvisazioni, ma nascondendo fili colti al suo interno ( Cecov ; Proust ) che s’intrecciano per un attimo impalpabile come i due protagonisti travolti dal ritmo jazz della Grande Mela e avvolti dalla tenue luce naturale di Vermeer e del destino.
Giorni fa la mia amica Alessandra mi ha dato dei ritagli di giornale su tanti films che aveva conservato suo padre Nanni. Guardando i titoli, mi ha commossa la vicinanza di interessi per un cinema a volte veramente di nicchia, o strano, particolare, inconsueto. E’ stato bello ritrovare questa vicinanza in qualcuno che ho conosciuto per pochissimo, ma che mi ha lasciato il bene di un amicizia profonda. Uno di quei rari titoli era “Tutti i Vermeer a New York”, di cui non trovavo mai le foto, oggi per "strano caso" ho recuperato invece delle immagini e posso dedicarglielo. Oggi è il compleanno del Nanni ed è anche il giorno in cui se ne andato.