Frantic

Parigi e il sogno di rivivere un viaggio romantico, approffitando di un congresso professionale, un lussuoso albergo,che importano i soliti piccoli inconvenienti come la valigia scambiata, lui che non sa il francese. Si che importa, eccoli nella città delle luci per qualche giorno, solo per loro due. Poi la doccia, l'addormentarsi e al risveglio la moglie non c'è più, lentamente il sogno del Dott. Walker si trasforma in un incubo, dentro un intrigo internazionale, tra il rapimento dell'amata Sondra, piccoli congegni potentissimi, una sballottata Statuetta della Libertà, omicidi e una splendida ambigua ragazza , ma suo unico appiglio per non perdersi. Riuscirà a salvare Sondra, ma giungendo a fare cose che non avrebbe mai pensato, e con il sacrifico di Michelle. Non gli resta che buttare nella Senna il congegno elettronico, tutto è stato inutile, e ripartire mestamente in una livida alba parigina. Un film mascherato da thriller alla Hitchock, con Harrison Ford con un'aria da uomo qualunque incastrato per caso in giochi più grandi di lui, un bell'uomo, un professionista, anche in gamba, ma perso in una città affascinante ed ostile, dipendente dalla presenza femminile, passerà dal vestito rosso della moglie a quello rouge della seducente parigina, fino allo scambio finale dei ruoli, ricomponendo quella normalità, ormai minata dagli eventi esterni. Parigi non è una città da cartolina, ma una fredda metropoli pericolosa di vicoli, luoghi oscuri, tetti vertiginosi, persone indifferenti, agenti di nazioni che fanno giochi sporchi. Un uomo solo sgomento, ecco il film, lasciato solo dalle istituzioni, ma soprattutto lasciato solo dagli altri esseri umani, forse soltanto in persone ai margini, vede ancora un gesto, una mano tesa, un segno d'umanità. Bellissima la scena del ballo con la Seigner nel sexy abito fiammeggiante che si struscia su un Ford sempre più confuso, sulle note ipnotiche del tango cantato con la voce sensuale di Grace Jones.