Munch

"La malattia, la follia e la morte erano gli angeli neri che si affacciavano sulla mia culla...." -Edvard Munch
"la mia pittura, è in realtà un esame di coscienza e un tentativo di comprendere i miei rapporti con l'esistenza. E' dunque una forma d'egoismo, ma spero sempre di riuscire, grazie ad essa, ad aiutare gli altri a vedere chiaro".
Egli dipinge l'angoscia: i temi che lo interessano sono principalmente l'amore , la malattia e la morte. E il senso incombente e angoscioso della morte stravolge anche l'amore, visto come esigenza animale primitiva e insopprimibile, ma il cui desiderio d' annullarsi nell'altro è ancora espressione di morte. Perciò il rapporto tra i sessi diviene lotta, sofferenza, passione, gelosia, tensione, violenza, e la donna una sorta di vampiro seducente ed irresistibile. Il suo "Il grido, diventa il manifesto dell'espressionismo, esprimere il dentro di sè fuori , ecco linee curve ,violente , rosse di un tramonto che invadono la tela si fanno angoscia di vivere, mentre il mondo continua con le sue linee rigide, come il parapetto, il grido a bocca spalancata, si diffonde ad onde, che circondano, modificano l'ambiente. Respinge l'arte come puro piacere estetico . Per Munch la pittura è un esercizio metafisico e morale.
La sua è un'autobiografia dell'anima per immagini, anatomizzata dalle tragedie dell' Io. Edvard Munch, ha saputo dare volto alla psiche moderna e ai suoi drammi interiori senza reticenze.