domenica 26 settembre 2010

Lolita

Una villa decadente piena di oggetti e cose alla rinfusa, un uomo con cappotto impugna una pistola per ucciderne un altro in accappatoio, che gioca a ping pong e straparla per distrarlo. Sono il professore di Letteratura francese Humbert Humbert e il commediografo Clare Quilty. Flashback : quattro anni prima il quarantenne Humbert cerca una camera in affitto nel New Hampshire, indeciso se accettare quella ordinata della vedova Charlotte fastidiosamente molto interessata a lui. Quando vede in giardino a prendere il sole la figlia dodicenne Dolores ..... Lolita, la decisione è presa. Il menage va avanti sempre più pericolosamente, tra scenette casalinghe ambigue e vita di una cittadina qualunque. Anzi in una di queste conoscerà per la prima volta il Quilty osannato dal pubblico femminile per il suo fascino strano. Il tempo passa, deve fare qualcosa per non perdere l’oggetto del suo desiderio. Così sempre più morbosamente attratto dalla ragazzina, sposa mamà iniziando un pericoloso gioco con le due figure femminili. In fondo vorrebbe eliminare fisicamente Charlotte sempre più invadente per avere tutta per se la maliziosa ragazza, ma la scoperta del suo diario con espressa tutta la verità fa andare tanto fuori di testa la moglie da finire investita per strada. Ora vedovo inconsolabile Humbert può possedere Lolita, portandola via in un viaggio in macchina attraverso gli Stati Uniti, fino a una nuova vita in Ohio. Humbert geloso impedisce a Lolita qualsiasi cosa, e lei sistematicamente gli mente, assurde figure si inseriscono tra loro, fino a quando lei non scompare con uno "zio" da una clinica. Quattro anni dopo ecco ricevere una lettera da Lolita che ora sposata con un manovale, aspetta un bambino, e gli chiede un aiuto economico per trasferirsi in Alaska. Lui cerca ancora di convincerla a fuggire con lui, Lolita è chiara, non lo ha mai amato, era sempre Quilty che lei voleva, e che ricompariva da ogni dove sotto forma di poliziotto o altro strambo personaggio. Poi stancatosi di lei l’ha abbandonata. Humbert consegna tredicimila dollari a Lolita poi fugge via piangendo. La sua macchina si dirige verso il castello dove vive Quilty. Una scritta d’epilogo ci dice che Humbert Humbert morì d’infarto in prigione aspettando il processo per l'omicidio di Clare Quilty. Dimentichiamo Nabokov, i film d qualità alla fine hanno vita propria per arte e collateralità. Manca visivamente la fisicità della sessualità per i soliti limiti imposti, ma torna nel tormento morboso del professore, nell'atteggiamento ribelle di Lolita, nelle voglie bigotte di Charlotte, nella conquista sprezzante camaleontica e onnipotente di Quilty. Qui c'è un' amarezza grottesca, uno sguardo dolente di desiderio di Humbert che non ce lo fa apparire un depravato, ma c'ispira una simpatia triste. Nessun personaggio è posivo, la famiglia non è un luogo sicuro, il paese è fonte di amarezze, la società è in degrado. Nessun colpevole , nessun assolto. Lolita non muore nel film, unico dei personaggi, forse il finale che la vede meno attraente, meno seduttiva, in una realtà normale ed anonima forse non le ha dato la felicità, ma una qualche serenità, quella che i due doppi Humbert/Quilty, passivo l'uno , poliedrico l'altro, vittime della sua passione uno, artefice cinico della rovina altrui l'altro, ottengono solo nella morte. Desiderare è già una colpa ? a volte forse si, nel 1962 come nel 2010.

Charlotte a Humbert che si è deciso per la camera. " Quale è stato il fattore decisivo, il mio giardino? - Credo che siano state le sue torte di ciliege"


Humbert a Lolita: "Mi sei mancata terribilmente - Tu invece no, e ti sono stata orribilmente infedele"


Quilty travestito dapoliziotto a Humbert: " E' un sollievo vedere una faccia normale, perché sono normale anch'io. Due tipi normali come noi dovrebbero discutere insieme degli avvenimenti mondiali in modo un po' normale"

domenica 19 settembre 2010

Perdutamente tua

Charlotte Vale è una ricca bostoniana repressa, tiranneggiata dalla madre e ormai sull’orlo di un grave crollo nervoso. Ricoverata nella clinica del simpatico Dr. Jaquith, ne esce trasformata in una donna elegantemente seduttiva. Ancora insicura del suo io e del suo fascino, viene notata durante una crociera da Gerry, tristemente sposato, ma legato alla problematica figlia Tina e perciò indivorziabile malgrado ciò lo incateni ad un matrimonio che gli impedisce persino di fare l’architetto sogno della sua vita. Il conoscersi aprirà ad entrambi una nuova visione della vita, una nuova energia ad affrontare le cose. e soprattutto scopriranno di amarsi appassionatamente. Passeranno giorni d’incanto e rara sintonia, ma decidono di non rivedersi. Il ritorno di Charlotte è sbalorditivo, bella , molto corteggiata, sicura di sé, ora decide e sceglie ciò che le va, malgrado la genitrice dispotica imperversi, cercando in tutti modi di risoggiogarla , fino a morirne d’infarto. La figlia per sensi di colpa si rifugia ancora dal Dr. Jaquith dove trova Tina, decide di prendersi cura di lei, portarla a casa con se, specchio della bambina che è stata e simbolo dell’amore che ha per il padre. Il Dottore accetta, ma le chiede che la relazione con Jerry non vada oltre l’amicizia per non compromettere l’equilibrio della ragazza ora raggiunto. Accetta ceonvince Jerrry a farsene una ragione, sarà un modo per essere vicini, consapevoli che il tempo e l’amore possono tutto : "Perché chiedere la Luna , quando abbiamo già le Stelle ? ". Melò sublime, sempre in bilico tra amore impossibile, sublimazione di esso, follia , dedizione, una storia che potrebbe essere risibile diventa un’occasione interpretativa fantastica per la Davis, che sa di avere il coraggio per essere credibile nel passare da zittella nevrotica a donna fatale e innamorata rendendo credibile ogni scena. La morale impone ruoli, Charlotte cerca di viverci arginandoli, a modo suo. E sopratutto limiti li poneva il terribile Codice Hays, impedendo che sullo schermo fosse consumato un rapporto extraconiugale, così un’improvvisazione del protagonista, Paul Henreid crea qualcosa di più sensuale ed intimo di qualsiasi altra scena d’amore: durante il loro idillio si accende due sigarette e ne porge una a Bette Davis, un un gesto gentile, personale e semplice che ripetuto diventa complicità totale, tanto che ad una festa in cui fingono di essere degli estranei, lui inconsciamente ne accende due porgendogliela incurante del mondo fuori da loro . Una delle immagini più romantiche e sexy mai viste.

domenica 12 settembre 2010

Bram Stoker's Dracula

XV secolo in Romania, il principe Vlad Dracula vince gli Ottomani in nome del cristianesimo, ma l’amatissima moglie si suicida credendolo caduto in battaglia, senza conforto religioso perchè ha peccato contro la propria vita. Lui rinnega fede ed esistenza umana, per diventare una anima dannata, un vampiro, un non morto, attraversando i secoli con nel cuore l’amore perduto e una brama di morte. Sarà in una Londra di fine Ottocento l’incontro fatale con la reincarnata Mina, come giovane promessa sposa di Jonathan ora vittima delle trame di Dracula, che lo tiene prigioniero in Transilvania con le sue fascinose e pericolosissime amanti-vampire. Le ancestrali forze del bene e del male sono in piena lotta in una città che sta vivendo il modernismo nelle sue molteplici forme industriali e tecnologiche. Mentre conquista Mina incarnando il sogno romantico dell’amore immortale, Vlad seduce sessualmente vampirizzandola l’amica di Mina, Lucy, rendendola una non-morta e costringendo chi l’ama a piantarle un paletto e tagliarle la testa per la sua salvezza. In un inseguimento folle fino al suo Castello, sarà proprio Mina che vorrebbe scegliere la sua stessa dannazione per non lasciarlo, ad ucciderlo, accettando il volere di Lui, liberando entrambi dal destino inesorabile che li lega. Coppola crea la menzogna perfetta, inizia a imbrogliarci sin dal titolo : il Dracula di Stoker, però del romanzo resta solo vagamente lo spunto della trama. Si crea un passato con un amore perduto che dona ombre di un romanticismo barocco al Principe della Notte, non solo confermando il fascino sexy e divistico del vampiro, ma regalandogli quella connotazione di tormento interiore per una solitudine senza fine, per un ricordo d’amore che dà una nuova mitologia al mito. Gentilezza e ferocia, passione e crudeltà, un doppio sottofondo di umanità e mostruosità, un essere potente oltre ogni limite prigioniero di se stesso. La finzione registica ci rimanda a quella cinematografica, una sorta di vampirismo voyeuristico, assistiamo ad un falso vero guardando un film, così assistiamo ad una finta ricostruzione dettagliata storicamente qui nel film, curato, raffinato, esagerato, rutilante di effetti cinematografici omaggianti la storia della settima arte, e poi infarcito di tocchi fumettistici, pulp, feuilleton, pittorici, miscelando poesia e grottesco ad ogni passo di sceneggiatura e di visione. Eppure in tanto manierismo di sontuosa fattura pulsa una sensualità , una potenza del sentimento che travolge i protagonisti e gli spettatori, perché un grande regista sa che la verità unica ed immortale di storie come questa e del cinema è proprio questa : la forza dell’emozione che pervade tutto e tutti.

Dracula- " L'uomo più fortunato che calpesta questa terra è chi trova il vero amore ..." "Il sangue è vita... "
Mina -«C’’è un lato oscuro e sinistro in lui che trovo irresistibile. Non ho mai incontrato nessun uomo con una simile passione per la vita».


Dracula -"..odiato e temuto. Sono morto per tutta l’umanità, Ascoltatemi :io sono il mostro che gli uomini che respirano bramerebbero uccidere. Io sono Dracula. (...) Io vi do la vita eterna,l’amore eterno. Il potere delle tempeste e degli animali della Terra. Venite con me per essere la mia amata sposa, per sempre.(....) Mina sarete maledetta come me che devo camminare nell’ombra della Morte per l’eternità, io vi amo troppo ... per condannarvi.
Mina -"Voi siete il mio amore, e la mia vita per sempre (...)Verrò sì. Non mi importa. Fatevi vostra (..) Portatemi via da tutta questa morte !

Mina "Come è morta Lucy? Ha sofferto molto? " Van Helsing "Sì, ha sofferto molto, ma poi le abbiamo tagliato la testa, conficcato un paletto nel cuore e l’’abbiamo arsa. Finalmente ha trovato la pace!"

giovedì 2 settembre 2010

Un matrimonio all'inglese

Ruggenti anni trenta : Larita è bellissima, guida macchine da corsa,indipendente, audace, moderna, anticonformista, intelligente e .... americana. Involontariamente piomba in una tradizionalissima e aristocratica – anche se abbastanza in rovina – famiglia inglese i Whittaker, e nel modo peggiore: sposando John, il rampollo del casato. Inizia una guerriglia senza quartiere tra l'intrusa e madre e sorelle del marito che vedono in lei una nemica potenziale pronta ad abbattere il loro mondo ovattato fuori dal tempo a ritmo di Jazz. Ma trova anche della solidarietà autentica nella ex fidanzata Sarah, nel maggiordomo, ma soprattutto dal padre Jim, uomo mai veramente uscito dalla prima guerra mondiale,assente agli intrighi, alle ipocrisie della famiglia. Larita è veramente agli antipodi : fuma eccessivamente, boicotta la caccia alla volpe, ma facendo fuori involontariamente il cagnolino della suocera, ed evita le sue coltivazioni per allergia. Per eliminarla si ritira fuori dal suo passato una misteriosa vedovanza con processo. E durante una festa tra simili vicini , dopo un tango che il marito ormai risucchiato dal suo ambiente, si rifiuta di ballare vergognandosi, sarà solo lo suocero ad offrirLe il braccio in quel ballo “proibito”. Larita dice basta : svela di aver aiutato a morire il marito ammalato, e gridando a John che non saprebbe mai amarla con un gesto così, se ne va con la sua automobile, perché come dice Jim che la raggiunge per fuggire anch'egli lontano da lì: “Mia cara quando il gioco si fa duro ... i duri se ne partono “ Commedia di un charme d'altri tempi, un cast magnifico, una tempistica deliziosa e pungente, con battute cattivissime rese con una lievità suadente. La rivoluzione di Larita non è solo di classe, pregiudizi, mondi distanti, ma l'accettare che per sopravvivere ogni giorno ci vuole una botta di vita, magari una botta biondo platino sfavillante.

(Sarah riferita a mamma Whittaker)
Lei è come annegare: diventa deliziosa quando smetti di dimenarti.

(Larita)Le persone sono così universalmente simili quando abbassano la guardia.

Dedicato alla Encantadora Escura che detesta i" lieto fine", ma che questo non potrà non amarlo.