domenica 28 luglio 2013

Il mio nome è Bond, James Bond ...

 
"Alle tre del mattino l'odore del casinò, il fumo e il sudore danno la nausea. A quell'ora, il logorio interiore tipico del gioco d'azzardo – misto di avidità, paura e tensione nervosa – diventa intollerabile. I sensi si risvegliano e si torcono per il disgusto. " con questo incipit si avvia nel 1953 il romanzo Casinò Royale che farà nascere il mito  dell'agente segreto 007 James Bond, che scavalcherà anche l'ottima scrittura del suo autore Ian Fleming. Da allora un icona senza crisi, che cavalca gusti e tempi pur conservando una linea personale sempre identificabile. Dopo Sherlock Holmes - sempre inglese - la creazione narrativa più rappresentata e citata, gli attori che lo hanno interpretato vi si sono adeguati, pur apportandogli qualche caratteristica personale. Solo il primo di Sean Connery forse ha  imposto una fisicità propria che ha oscurato quell' immaginativa letteraria. Fleming aveva un idea diversa per l'attore che doveva incarnarla, pensava all'ironica classe anglosassone di Cary Grant, ma questo scozzese seppe dare a quella crudele efficienza di assassino patentato  di sua maestà britannica con quel doppio zero,  un appeal sessuale magnetico che renderanno una pagina di carta un successo senza confini e senza tempo fatto di gadget tecnologici, bellissime donne da sedurre  che diventano un aggettivo Bondgirls, Vodka Martini agitati e non mescolati, vestiti impeccabili  a prova di proiettile,  smoking per sere con molte sorprese,  Austin Martin veloci e pronte ad ogni emergenza,  e personaggi che lo attorniano per sempre o solo una notte ma entrati nell'immaginario. Perché è probabilmente vero, come ha detto qualcuno, James Bond è ciò che segretamente ogni maschio vorrebbe essere e  l'uomo da cui ogni donna vorrebbe essere amata.
- «È un bell’uomo. Mi ricorda Hoagy Carmichael, l’autore di Polvere di stelle. Ma
in Bond c’è qualcosa di freddo e di implacabile...»  -
  ( .......... )
- Mentre si annodava il sottile cravattino di seta nera, si fermò un attimo  ad osservarsi nello specchio. Gli occhi grigioazzurri lo fissavano calmi e interrogativi  con una sfumatura di ironia, e il ciuffo di capelli neri che non voleva mai stare a posto, scendeva come una grossa virgola sul sopracciglio destro. La sottile cicatrice che gli solcava la guancia dall’alto in basso, conferiva alla fisionomia un aria leggermente canagliesca. Mathis gli aveva riferito il commento della ragazza, ma Bond riteneva di non avere molto di Hoagy Carmichael, in fin dei conti. -
 
 
007 Si vive solo due volte  : " Si vive solo due volte: | una volta quando si nasce | e una volta quando si guarda | la morte in faccia. "
 
" Agente 007 licenza di uccidere" Bond al Dott. No :  "Dominazione del mondo? Il solito sogno. I manicomi sono pieni di gente che crede di essere Dio o Napoleone. "
 
Cos’è, un ricordino di una donna gelosa ?” , “Sì, ma da allora non volto più le spalle ad una signora”
 
 
" Una cascata di diamanti " Bond : - "Nella maggior parte dei matrimoni le persone non si uniscono. Si sottraggono l'una all'altra. "
 "007 Missione Goldfinger" : (Bond e Goldfinger)  "Lei si aspetta che io parli ?" "No ! Io mi aspetto che lei muoia !"
 Bond mentre spoglia una Bondgirl :  "Cosa non farei per l’Inghilterra "
" 007 Thunderball" , Bond :  "Sembra la pistola di una donna…." - "Conosce bene le armi, mister Bond?". "No, conosco un po' le donne…".
 non potevo non notare che nel film sembra che a parlare con Bond invece che  il cattivo Blofeld sia  il meraviglioso  gatto persiano 
 

 La spia che mi amò :   Una ragazza è prigioniera in un luogo isolato di una banda di assassini violenti, senza speranza di una via d'uscita , quando un uomo suona il campanello della porta e Lei va ad aprire   - " E adesso tutto dipendeva dall'uomo, solo, fermo sulla soglia. Alla prima occhiata, gemetti dentro di me: " Oh, Dio, un altro!" Infatti se ne stava lì, fermo, tranquillo, e aveva la stessa aria impenetrabile e pericolosa che avevo letto sul viso degli altri. E indossava anche quel genere di "uniforme" che i film ci hanno insegnato a mettere in relazione con i banditi, impermeabile  blu scuro, allacciato alla vita con la cintura , e un cappello nero, floscio, ben calcato sulla fronte. Era anche bello, in un modo un po' tenebroso e un po' crudele, ed aveva  una cicatrice  più chiara sulla guancia sinistra. In fretta, portai una mano al petto , tentando di nascondere la mia nudità. E allora l'uomo mi sorrise e capii, d'un tratto, che tutto sarebbe andato bene . " -


domenica 14 luglio 2013

Boccadasse



Boccadasse - di Edoardo Firpo
 
O Boccadaze, quando a ti se chinn-a
sciortindo da-o borboggio da çittae,
s’à l’imprescion de ritorna in ta chinn-a
o de cazze in te brasse d’unna moae.
Pa che deslengue un po’ l’anscia da vitta
sentindo come lì s’eggian fermae
ne-a bella intimitae da to marinn-a
a paxe antiga e a to tranquillitae.
 -
O Boccadasse, quando si scende a te
uscendo dal subbuglio della città,
si ha l’impressione di ritornare nella culla,
o di cadere fra le braccia d’una madre.
Pare che si sciolga un po’ l’ansia della vita
sentendo come lì si sian fermate
nella bella intimità della marina
la tua pace antica e la tranquillità.


domenica 7 luglio 2013

Il segreto dell'isola di Roan


Fiona è una bimba irlandese appartenente ad una famiglia  che viveva sull’isola di Roan, ma alla morte della mamma,  il padre ha portato tutti in città, dove lei sta male. Si decide di mandarla dai nonni che abitano in un luogo vicino all’isola, qui viene circondata da leggende e racconti  sulla sua famiglia. Soprattutto scopre che un suo antenato è riuscito a rubare il manto di foca ad una Selkie, una splendida creatura metà  donna metà foca appartenente al mare, che si lega ad un umano se le ruba la sua pelle, però se ritrova il manto ella  ritornerò  al mare. Così successe al suo avo che ebbe figli da lei, ma che un giorno però la vide  tornare al mondo da cui veniva,  Fiona  comprende  che in ogni generazione c'è una persona con i capelli neri, a ricordare la Selkie entrata in famiglia e la magia che lega questa famiglia alle foche. Inoltre viene a sapere di  Jamie, il bruno fratello ,  sparito in mare  anni prima sulla culla tramandata di generazione in generazione dai tempi della Selkies  proprio il giorno in cui  lasciarono Roan. Fiona convinta che  sia ancora vivo, si fa accompagnare  da un cuginetto a Roan e riesce a intravederlo. Si mettono a riadattare di nascosto la casa, e alla fine convince tutti a ritornare, allora nella tempesta Jamie riappare nella culla sospinta dalle foche che stavolta  lo spingono a rimanere fra gli uomini. La magica alleanza tra i due mondi rivive ancora.  Un film in cui la forza dei legami tra natura, umanità, origini è ancestrale e salvifico, in cui la brutalità del mondo esclusivamente  economico uccide la fantasia e i rapporti – come nella figura alla deriva del padre – mentre il credere che sia spirituale, cristiano , pagano, in qualche cosa sa riportare la magia dell’unione, dell’armonia, dell’amore. Sayles da regista indipendente ed anticonformista quale è, riesce a creare una favola celtica tra paesaggi e musiche, lentezza e poesia,  immersa nella quotidianità e nei bisogni di ogni giorno, un sogno lontano ad occhi spalancati su ciò che ci è vicino in modo delicato,  fatato, disegnando una atmosfera piena di sensazioni sfumate  anche quando descrive la dura fatica di genti abituate al lavoro in mare e a condizioni difficili ogni giorno, in cui però ogni cosa ha qualcosa di magico ,  di una bellezza arcaica,  e in cui anche una foca o un gabbiano possono essere  creature soprannaturali, un filo che unisce gli umani  e la natura , in un armonia selvaggia da ricostruire che lasci libero ogni suo essere vivente. 
Dedico questo post  ad una donna forse segretamente una  Selkie  che è tornata al mare per sempre:       alla mamma di Elisena e Marilena , le mie splendide amiche .