domenica 25 marzo 2012

Intervista col vampiro

In una San Francisco alle soglie di un nuovo millennio, l’affascinante Louis narra il suo essere vampiro da due secoli, ad un attonito giornalista, vuol far conoscere il vuoto e l’orrore di una vita da immortale, dove il sangue, il potere e il piacere sono l’unico scopo di un’esistenza gelida senza sentimenti.  Narra di Lestat, crudele vampiro che un giorno gli pose una scelta : lasciare il dolore di una vita di lutti per l’eternità  come suo compagno.  Accetta, ma malgrado il  passare del tempo non  riesce a rassegnarsi ad uccidere per esistere, ne  sente venir meno quel sentire umano.  Il desiderio di sangue  gli fa conoscere  Claudia, una bambina orfana , e Lestat ne approfitta per trasformarla regalandogli una figlia per sempre. Ma il malato rapporto da   sanguinosa famiglia allargata crolla, quando la piccola con il passare degli anni comprende che resterà solo una bimba, esclusa dal poter vivere una vita da donna. Per vendetta infetta Lestat  a morte,  e costretto a salvarla, Louis disperato lo brucia distruggendolo.  Inizia un vagabondare per l’Europa  in cerca di altri vampiri e della comprensione di una loro origine. Troveranno Armand che eliminerà  Claudia per avere Louis come compagno, che invece sceglierà  un futuro di solitudine.  Questo vuol raccontare il vampiro,  la tristezza  incommensurabile  di una  non vita eterna.  Ma il giornalista come la maggior parte degli umani ha sete di quel potere di eternità,  e sarà un Lestat risvegliato ed immortale a lasciargli  ancora una volta la scelta, quella che ha lui non è stata data ……. Tanto sa già la scontata  risposta ………..     e sintonizza con la sua risata sardonica la radio sulla cover dei dei Guns N' Roses di Sympathy for the Devil dei Rolling Stones . Un film che con il Dracula di  Coppola, ha rilanciato un estetica vampiresca,  un allure malsano, decadente, notturno, il cui buio è dominato dal rosso sangue, dall’agonia del tempo che passa sempre uguale e avvolto da dubbi esistenziali,  ma anche irresistibile, non più solo mostri, creature complesse,  specchi distorti dei nostri bisogni ancestrali , dei  nostri più profondi timori.  Bellissimi , sensuali,  pericolosi  però così pallidi, con quelle venature bluastre, quegli occhi innaturali che non vedono mai il giorno  ( Louis solo al cinema rivedrà l’alba dopo duecento anni ). Un gioco perverso,  suggestivo, gotico, attraente, violento, ambiguo,  misterioso, dominato dalla forza dell’odio, dell’amore , della paura.  In fondo il dolore che accompagna la loro eternità e uguale a quello della nostra mortalità

Louis : -  Cercavo soltanto la morte… ora lo so cosa cercavo: la liberazione dal dolore di vivere… -
Claudia :  - Sono stata mortale per te. Mi hai dato il tuo bacio immortale, sei diventato mia madre e mio padre......e io sono tua per sempre -
Lestat :  - Bevi da me e vivrai per sempre -

domenica 18 marzo 2012

Il grande sonno

Il detective privato  Philip Marlowe viene assunto dal Generale Sternwood : deve per scoprire chi ricatta la figlia minore Carmen per i suoi debiti di gioco, una specie di lolita sfacciata dedita all’azzardo, alle droghe e agli intrighi sessuali. Vi è anche coinvolta la sorella maggiore  Vivian affascinante e sfuggente. Centro del caso un uomo scomparso e una fotografia compromettente e una sfilza di personaggi. Ma passo dopo passo Marlowe  viene coinvolto in una rete di complotti, delitti, delinquenza, menzogne, bische clandestine, ricatti, dove nessuno è innocente, solo qualcuno è meno colpevole e forse merita un’altra  chance.  Come la bella Vivian contorta, ma meravigliosa. Insieme riusciranno a intrappolare gli uomini dell’infame racket che ha ordito tutto ed eliminare il loro capo : insieme , per vincere quella noia di vivere che è già un lungo sonno di morte. Inutile raccontare nel dettaglio una storia che ha troppi intrecci , tanto che gli sceneggiatori ( Faulkner e  Brackett ) , giurarono di aver perso il senso della vicenda ad un certo punto, ma quale migliore metafora del caos dell’animo umano e di una civiltà alla deriva. Hawks si aggira con la macchina da presa in questo delirio nero di Chandler  quasi invisibile, lasciando spazio totale ai personaggi, alle battute brucianti, alle soggettive, allo spettatore onnisciente che sa quello che accade anche quando il protagonista lo immagina  - stupenda la scena dell’omicidio di un piccolo delinquente  con un suo onore, a cui Marlowe assiste di riflesso dalle ombre su una vetrata semiaperta  -  e a momenti che si fissano nella memoria come la serra soffocante del Generale tra orchidee  e inquietanti e squallidi misteri. Atmosfera noir che si fa archetipa di tutto il genere, come  il modello di Dark Lady  fascinose , seducenti e letali ,  un glaumor peccaminoso  a mille, i personaggi/attori  sordidamente perfetti, una Los Angeles  cupa e decadente,  amori complessi e torbidi,  ed un prototipo di  eroe solitario , duro, malinconico, cinico e sentimentale, a cui Bogart da la maschera eterna con quell’impermeabile chiaro , il cappello calato sugli occhi e l’aria di chi ha già perso in questo gioco senza regole, ma non si arrende. E poi il magnetismo  che vibra pericoloso tra Bogey  e la  Bacall, anime disperate sull’orlo dell’abisso che sanno per intuito che la soluzione al loro male di vivere è la pace della morte,  rende questo film  ipnotico da  ……. morire .
Il Generale e  Marlowe  :  -Ama le orchidee? -  Non particolarmente. -   Sono orribili. La loro carne assomiglia troppo a quella umana e il profumo ha la putrida dolcezza della corruzione.-

Gen. sulle figlie  :  - Direi che hanno tutti i vizi più ovvii, e inoltre qualcuno che si sono inventate loro. -
Philip Marlowe  di Carmen :  - L'ho incontrata all'ingresso: voleva sedersi sulle mie ginocchia mentre ero in piedi. -  - Svezzatela, ha l'età giustia. -
 Marlowe  e la bibliotecaria: - Lei non ha l'aria di un collezionista di prime edizioni -  - Colleziono anche bionde sotto vetro. -
Vivian e  Marlowe  - I suoi modi non mi piacciono. -  - I suoi non mi entusiasmano, ed è lei che ha voluto vedermi. Non m'importa se i miei modi non le piacciono. In confidenza, non piacciono neanche a me: ci piango su spesso, specialmente durante le lunghe sere d'inverno. -
Finale : -  Hai dimenticato una cosa.    Me. -  Cos'hai che non va? -  Niente che tu non possa sistemare.

domenica 11 marzo 2012

Complesso di colpa

Il miliardario americano Michael Courtland dopo una felice serata di festa nella sua lussuosa dimora, subisce il rapimento dell’amatissima moglie  Elizabeth e della loro figlioletta Amy. La polizia  lo convince a non accettare l'ingente richiesta. Così Courtland consegna ai rapitori una valigetta piena di carta straccia e un rilevatore. I rapitori scoprono  tutto,  e  accerchiati scappano con gli ostaggi, ma  madre e figlia muoiono in  un incidente stradale. Dopo 16 anni Michael  vive ancora nel senso di colpa, e nell’ossessione per il perduto amore, ha fatto  anche costruire un monumento funebre a forma della Chiesa di San Miniato di Firenze dove s’incontrarono. Il suo socio La Salle  lo convince  per distrarlo ad accompagnarlo in un viaggio d'affari  proprio a Firenze. E proprio  in San Miniato conosce  Sandra, una giovane  restauratrice che  somiglia in modo incredibile ad Elizabeth.  Courtland  fa di tutto per conquistarla e riesce a sposarla. Ma alla loro prima notte di nozze, tutto si ripete : Sandra viene rapita  e resta solo un messaggio identico a quello lasciato  anni prima. Questa volta Michael decide di versare la somma di denaro,  consegnando  la società a La Salle. Ma a ritirare il riscatto è proprio Sandra che, aprendo la valigetta, scopre che è piena di carta. Il socio  confessa di aver sostituito il denaro,  e che Sandra è solo una truffatrice. Rabbioso Michael  va in aeroporto per uccidere  Sandra. In un flashback comprendiamo che lei è la figlia sopravvissuta e che  La Salle l'aveva convinta che suo padre non l'avesse amata abbastanza da pagare il riscatto. Disperata si taglia le vene e l'aereo è costretto a tornare indietro. Courtland in aeroporto, corre verso di lei con in mano la pistola. Una guardia tenta di fermarlo, ma lui lo colpisce con la ventiquattrore piena dei soldi presa a La  Salle che si apre, e mentre il denaro vola via,  Sandra capisce che suo  padre ha cercato sempre di pagare per riaverla. Gli corre incontro, mentre  lui vuole ucciderla, ma il suo chiamarlo papà fra le lacrime , lo frena. La donna che amava e desiderava è la figlia perduta, sgomento l’abbraccia. Le ossessioni  mi affascinano,  possono creare storie inarrestabili ,folli, malate e  sempre indimenticabili, finendo un po’ per ossessionare anche noi. Questo film è di quelli, quando sono stata a Firenze, per prima cosa volli andare a San Miniato per rivivere quell’atmosfera inquietante. De Palma è uno di quegli autori amati o detestati, lo si accusa di manierismo, per la cinefilia evidente, ma è anche divertente il suo reinventarsi una filmografia personale , trasformandola e sapendolo fare con grande tecnica registica. Qui prende il più intrigante Hitchcock di Vertigo, immettendolo in un gioco di rimandi ad altri films. L’ambiguità permea la narrazione come la costruzione delle immagini.  Ma ce lo ha detto subito nulla è quello che è, la vita c’inganna, il cameriere con la pistola alla festa iniziale,  falsi amici, donne che rivivono, desideri impossibili. Neppure il denaro di un miliardario può renderlo felice, anzi al pari di altri anomali del  cinema, è alla fine un uomo  solo, che vive di silenzi e ricordi che non vuole cancellare. Il gioco molto americano e moderno degli affari si fa crudele, per respirare  e vivere si incontra l’arte e il sogno di una città antica e piena d’atmosfera come Firenze  – fotografata in modo insolito, piovosa, notturna, molto suggestiva - . Lo sdoppiamento visivo della donna amata, è lo sdoppiamento interiore del protagonista. Non importa che la trama è assurda, probabilmente con incoerenze di sceneggiatura,  quel mix di volti, ricordi, reincarnazione, vendetta, oggetti, amore, morte, quadri, sensazioni, desideri, bisogni ci trascina nel vortice vertiginoso dei nostri angoli oscuri, e nell’inconscio personale e collettivo non esiste verosimiglianza, tutto ha un suo senso misterioso. Ma difficilmente placato. Se James Stewart guariva dalla sua vertigine perdendosi eternamente nella sua ossessione, che faranno Michael e Sandra/Amy guariti dalle loro ossessioni, ma perduti  ora con l’inquietante rivelazione che nel loro rapporto ritrovato, aleggia l’ombra dell’incesto ?

domenica 4 marzo 2012

Timmy - storia di un gatto

Ogni tanto una storia a lieto fine però ci vuole ……
Un giorno grattò alla porta di due amiche, un micio magrissimo, sofferente, febbricitante, spaventato, senza più risorse, senza una casa a cui tornare, senza forse più alcuna speranza di farcela, ma il suo istinto felino gli suggerì quell’ultima chance, sentendo le sue lunghe vibrisse che dietro quell’uscio qualcuno aveva tanto amore, da darne un po’ anche  a lui. E le vibrisse di un gatto non sbagliano mai ! Così fu accolto, curato, sfamato, e da quel giorno coccolato e terribilmente amato. Non solo : ha trovato anche due compagni gatteschi e soprattutto  un  vero amico per la “pelliccia”.  I due sono ormai inseparabili complici di mille avventure casalinghe , in una casa che riecheggia dei suoi affettuosi fffffffrrrrrrrrrr. Felice, veramente felice, può ora Lord Timmy - il Turco napoletano, addormentarsi con quell’abbandono che solo gli animi sereni e al sicuro possiedono.
Fotografie di Claudia Moon -Base Luna
 http://baseluna67.blogspot.com/
Grazie Cla, grazie Orny, per il grande cuore che ogni giorno dimostrate di avere, anche con queste creature splendide e amorose, che il destino ha abbandonato, ma che voi avete raccolto con tanto amore.