domenica 30 gennaio 2011

1° febbraio giornata a favore della proprietà intellettuale


Da questo 1 febbraio 2011 esisterà la giornata a favore della proprietà intellettuale , un iniziativa nata direttamente dai bloggers, per difendere un principio basilare di ogni condivisione : specifcare che non è personale e/o citare la fonte dove è possibile, se un testo, un opera, un immagine, un commento, un idea che utilizziamo non è nostra creazione, nostra proprietà intellettuale. La lotta contro le falsificazioni in ogni ambito è complicata, ma in internet è quasi impossibile, il copiaincolla può diuventare a certi livelli un furto. La magia della rete è poter condividere idee, cultura, passioni, e in ogni campo, ma se diventa impossessarsi di qualcosa senza citare chi ha ideato quel qualcosa allora è furo. La sfida per riconoscere la proprietà intellettuale anche nella rete sarà lunga, ma intanto possiamo tutti porre più attenzione quando mettiamo qualcosa che non è nostro, ma trovato nella blogsfera, perchè spesso è la superficialità involontaria che rende giustificato l'atto di un plagio volontario.
Grazie a tutti coloro che aderiranno a questa iniziativa e a coloro che la portano avanti con tenacia .

domenica 23 gennaio 2011

Capo Colonna a Crotone

Un luogo di desiderio per me. Non sono mai stata a Crotone, qui esiste un posto che da sempre mi affascina: uno spazio aperto verso il golfo con una sola colonna dorica, ultimo resto di uno dei templi più importanti della Magna Grecia, ricco di 48 colonne marmoree. Questo tempio dedicato a Hera Lacinia, fu riferimento per i naviganti e le donne, venerato e ammirato e poi nei secoli dimenticato, depredato: da Annibale, dai pirati , dagli abitanti, colonna dopo colonna fino a quell'unico resto. Quell'ultimo marmo che s'innalza davanti al mare sfidandolo dall'alto della sua storia e della sua antica armonia architettonica. E lì vorrei trovarmi, e lì mi trovo quando la mente vaga persa in qualche strana e misteriosa assenza di sé.
Marguerite Yourcenar “ Il Tempo grande scultore “

Dedicato a EliJoe girasole romano de Roma trapiantato nella terra calabra

Le immagini di questo post sono tutte tratte da siti , blog, e altro della rete internet di pubblicazione divulgativa e privata.

domenica 9 gennaio 2011

Henri de Toulouse-Lautrec

Reietti, fenomeni da baraccone, ballerine compiacenti, cantanti da caffè-concerto, alcolizzati, artisti bohémien , prostitute, colore, vita, movimento, novità, musica rutilante come un can can e un uomo. Un artista , un aristocratico, un tipo particolare che si mischia nei quartieri malfamati, nei cafèchantant , nei locali da ballo, nei teatri , nei bordelli, con la gente più infima e strana, uno scherzo di natura mezzo uomo mezzo nano, grande mente, occhio acuto che sa vedere la verità di questa Belle Epoque, la sua vitalità la sua mostruosità così umana. Lui il nobile eccentrico, grottesca anomalia della borghesia perfettamente in pandant con gli emarginati astrusi del Moulin Rouge. Colui che usa la tecnica impressionista antiaccademica mischiandola alla cura della stampa giapponese, non più per i paesaggi , ma per dare movimento e luce , come in un eterno palcoscenico, alle figure umane che popolano le sue opere come le vie di Parigi, aprendo l'arte all'espressionismo. Colui che crea manifesti pubblicitari, litografie innovative , illustrazioni, uomo dell’ottocento proiettato già nel novecento pubblicitario. Artista famoso e personaggio scomodo : "l'anima di Montmartre" e della sua vita notturna , segreta, misteriosa, nascosta , dove non i luoghi lo interessano, ma la gente che li popola, fatta di personaggi come La Goulue, Chocolate, Il direttore del Moulin Rouge Ziedler, Jane Avril e anche di invisibili meretrici, di operai , stiratrici, sognatori, colti nella loro normalità, nella loro umanità, senza pregiudizi morali, senza intenti politici, senza redimerli, senza canzonarli, solo restituendoli alla loro umanità. Ritratti che possono essere fatti con tratto spigoloso, il disegno rapido della caricatura, ma nella verità della loro essenza umana, che quel tocco veloce - ma mai di schizzo perchè ogni sua opera è frutto di molta dedizione e lavoro - coglie, penetra, giorno per giorno il loro mondo che è diventato il suo. Il teatro e le vie sono soprattutto vita, vivacità , movimento, in cui uomini e donne vivono, amano, vincono –raramente- perdono -quasi sempre- , un mondo in cui le prostitute sono colte in momenti di tranquillità serena, non strumenti erotici fini a se stessi, ma persone che sono oltre il mestiere che praticano. Lo sguardo di Lautrec è spietato forse nel cogliere quei volti imbellettati, quei sorrisi tristi, quelle sottane provocanti, quegli occhi offuscati dall’assenzio, ma come disse il direttore di una delle tante riviste con cui collaborava , Arthur Huc « Come avrebbe potuto, essendo feroce con sé stesso, non esserlo con gli altri! Nella sua opera non si trova un solo viso umano di cui non abbia volutamente sottolineato il lato spiacevole.(...) Era un osservatore implacabile, ma il suo pennello non mentiva ». Non poteva mentire lui era come quelle creature, la sua creatività non vinse il suo corpo deforme, ma seppe farlo vivere quell’epoca di lustrini da circo, di colori con ironia, amore-odio, intuizioni, allucinazioni, piacere, in un esaltante caleidoscopio emotivo specchio di un epoca, specchio dell’uomo di ogni tempo, perché seppe vivere la sua breve vita in simbiosi con la sua arte.

Tolouse-Lautrec :"Sempre e dovunque anche il brutto ha i suoi aspetti affascinanti; è eccitante scoprirli là dove nessuno prima li ha notati." ---"Soltanto la figura esiste, il paesaggio non è e non deve essere altro che un aggiunta. Il paesaggista puro è un bruto. Il paesaggio deve servire soltanto alla migliore comprensione del carattere di una figura

R. de Mmontcabrier : -Iil y a 100 ans Henri de Toulouse-Lautrec, 1964 " Dell'educazione raffinata ricevuta nell'infanzia, Lautrec aveva sempre conservato una cortesia perfetta e una grande gentilezza. ……. Sapeva però rispondere per le rime, nella lingua che occorreva, agli importuni che volevano considerarlo come un fenomeno alla Barnum, mostrandogli troppo palesemente una condiscendenza ingiuriosa, od ostentando una superiorità pretenziosa fondata sui centimetri di altezza che permettevano loro di guardare Lautrec dall'alto in basso. Per questo la gran parte di questi 'illustri signori' ha atteso la morte del pittore per vendicarsene 'letterariamente'. Si sarebbero guardati bene dal farlo mentre era vivo. "

domenica 2 gennaio 2011

Sentieri selvaggi

Tre anni sono trascorsi dalla fine della guerra di seccessione, e dal nulla arriva Ethan Edwards a casa del fratello e soprattutto segretamente dalla moglie di lui Martha, un rapporto silenzioso li lega, mentre i ragazzi fanno festa allo zio che porta regali e una vita misteriosa. Dove è stato? che ha fatto fin’ora? Mentre lui e altri coloni vanno a caccia dei comanche che hanno bruciato una fattoria vicina, è proprio la loro ad essere attaccata. E’ una strage terribile, e spariscono le due ragazze, Ethan e il nipote adottivo di origini indiane Martin si mettono alla loro ricerca, troveranno Lucy trucidata, ma non Debbie, la piccola è scomparsa. Inizia una lunga ricerca di anni, con ogni clima in ogni terra, in cui ogni tanto i due danno segni di loro alla famiglia di vicini la cui figlia Laurie è innamorata di Martin , il quale si ostina a voler ritrovare la sorellastra. Ethan invece cerca Debbie per ucciderla, non sopportando l’idea che sia diventata una squaw, solo quando l’avrà davanti spaventata comprenderà che il suo odio è sterile , l‘abbraccia come faceva da bimba e la riporta a casa. Alla fattoria sono tutti felici di riaccoglierli, ma lui è un solitario senza casa e mentre tutti si riuniscono, lui torna fuori perché non appartiene a nessuno e nulla gli appartiene. Ford tra una scena drammatica ed una umoristica salti temporali e ritorni continui spaziali, sa rendere l’unicità di questo eroe stanco, ostinato, duro, discutibile, crudele ed umanissimo, indimenticabile solitario del mito americano facendolo arrivare dalla prateria sconfinata verso una casa , dalla luce accecante allo spartiacque dello stipite verso l’interno chiuso delle calde mura domestiche,in cui non resterà , per farlo finire specularmente nella cornice della porta della fattoria di Laurie, tutti trovano pace nel buio della casa, mentre Ethan non entra con loro, ma si gira volgendosi verso lo sconfinato spazio del west. La porta che si è aperta all’inizio del film si richiude per sempre alle sue spalle. In quel buio silenzioso ci sono l’affetto per Martha espresso con uno sguardo e un casto bacio sulla fronte, il sollevare in alto Debbie bambina e la Debbie compagna di un capo indiano, il ricordo della madre uccisa dai comanche come ricorda la lapide dove si nasconde la piccola Debbie in fuga. Su tutto la maestosità della Monument Valley splendido e grandioso sfondo alle miserie e piccolezze umane. La civiltà contro i selvaggi ? eppure quanti orrori da parte dei bianchi Ethan in testa, quella porta non basta a separare i mondi, non basta a definire i bianchi buoni e gli indiani cattivi. L’odio di Ethan lo isola dagli affetti, la comprensione di esso e della propria contraddittorietà lo fa per sempre essere fuori oltre la soglia, e dentro il nostro immaginario.

Per il compleanno dell'a-micio Massimo che se raccontare storie selvaggie con la delicata fantasia di un gentilgatto

Per l'a-micia Marilena che si sente delusa da chi ruba un testo indegnamente, spingendola a chiudere un mondo di sentieri ombrosi e incantanti.

Per gli a-mici che mi seguono perchè questo nuovo anno porti lontano, anche seguendo sentieri selvaggi, ma con una casa in fondo alla valle che li aspetti.