domenica 21 agosto 2011

Vacanze Romane

Anna è una giovanissima principessa annoiata del regime severo degli obblighi dell’etichetta e dei cerimoniali, in visita ufficiale a Roma, ancor più sente il bisogno di fuggire, il suo medico vistaLa sconvolta le propina del sedativo, ma lei sgaiattolando di nascosto esce per vagabondare per le strade romane, ma cade addormentata in mezzo ad una via, qui la trova il giornalista americano Joe Bradley che non riconoscendola e preoccupato di quella che sembra essere un’ubriacatura la porta a casa sua in Via Margutta. Solo il mattino dopo scoprendo dalle agenzia del’indisposizione della principessa scopre che la bella sconosciuta è proprio Anna, chiamato il fotografo Radovich ceca di fare lo scoop della vita, continuando a fingere di non riconoscerla e seguendola nel suo giro per la città eterna e fotografandola mentre compra dei sandaletti, si fa tagliare i capelli, mangia golosamente un gelato. Fingendo d’incontrarla sulla scalinata di Piazza di Spagna, continua il suo pedinamento, tra giri in Vespa, prima sigaretta, visita al Colosseo, e il danzare su un barcone lungo il Tevere. Ma gli agenti segreti sono sulle sue tracci e Lei se ne sbarazza prendendoli a chitarrate sulla testa e mettendosi in salvo nuotando a riva con Joe che ormai prova un vero affetto per Anna, ricambiato. Ma il giorno dopo lei deve davvero tornare all’ambasciata e con in triste addio scompare per le vie cittadine. La principessa che ritorna a corte però è diversa, più matura e conscia dei suoi doveri, la libertà la resa più adulta e consapevole che esiste un tempo del divertimento e uno dei doveri. Il giorno dopo ad una conferenza stampa sconcertata scopre la vera identità dei suoi amici , ma loro hanno rinunciato al colpo giornalistico della vita e riescono a comunicarglielo, quando la Principessa, scende dal trono per salutare personalmente i rappresentanti delle maggiori testate straniere, fermatasi davanti a loro riceve le foto della sua Vacanza romana, in segno di corretta amicizia, sollevata e felice , saluta con un segreto sorriso Joe per sempre, che segue con lo sguardo mentre si avvia per il corridoio che la riporterà alla sua nuova vita regale. Wyler riesce a creare una storia da favola, ma rappresentandola con il tocco leggero e sobrio di “ un'avventura romantica indimenticabile, dove il valore di un attimo vale più di qualunque happy ending” (Beccattini) : “E a mezzanotte, me ne tornerò, simile a Cenerentola, là da dove sono evasa.” - dice Anna a Joe, e lui risponde: “E sarà la fine di una bella favola”.

E dato che anch’io partirò per una vacanza romana per passeggiare sui tetti e prendermi un gelato sulla scalinata della città eterna, Vi auguro giorni sereni e bellissimi, se riuscirò passerò a trovarvi amici miei, ma intanto vi dò appuntamento a settembre . Fusa affettuose a tutti miaooooooooooùùùùùùùùùùùùùùùùùù



domenica 14 agosto 2011

Pranzo di Ferragosto

Gianni ha come lavoro l’occuparsi dell’anziana madre in un'appartamento signorile, ma in decadenza, dividendosi tra lavori di casa e chiacchere con l’amico trasteverino Vichingo, consolandosi con pazienza antica con un bicchier di vino e una sigaretta. Nel silenzio afoso della vigilia di un Ferragosto romano, piomba l’amministratore di condominio ricordandogli i tanti arretrati e proponendo una soluzione: si prenda per i due giorni in casa sua madre Marina, e lui gli scala gran parte dei debiti. Riluttante è costretto ad accettare, e anche che aggiunga la vecchia zia Maria. Come se non bastasse anche il medico di famiglia, a cui deve dei piaceri, gli chiede di prendersi sua mamma Grazia per la sola notte, avendo un turno ed essendo rimasto senza badante, salvo partire con una bionda stratosferica . La vigilia non passa tranquillamente con la Maria smemorata esperta di pasta al forno, Marina che agogna fughe con sigarette e avventure galanti, Grazia insofferente di medicine e dieta che ruba il cibo di notte, e Donna Valeria che fa la nobildonna gentile e distante, mentre lui si affanna tra i fornelli, dosi di medicinale, attenzioni, sorveglianza notturna. Il mattino lo sorprende sfinito su una sedia a sdraio mentre le 4 arzille improvvisamente hanno fatto amicizia e programmano un pranzo di ferragosto coi fiocchi, che lui invece non ha programmato, ma allungandogli una lauta mancia per la spesa, si mette a caccia di cibarie nella città deserta. Ma le signore si stanno troppo divertendo perché una se ne vada proprio adesso e con tre bigliettoni da cento lo convincono a telefonare al medico e rimandare il rientro. Gianni non può non accettare, ma almeno : “Stasera signore però famo una roba leggera… un brodetto, un brodetto vegetale” e quelle in coro . – “ Sì, però col parmigiano”. Con un piccolissimo film dallo stile di documentario casalingo, girato all’impronta con attrici non professioniste, prendendo spunto un po’ da fatti personali, Gianni Di Gregorio, interpretandolo personalmente, ci regala uno sguardo affettuoso, ma mai ipocrita, tenero,ironico, ma anche vero con sottile cattiveria, dolceamaro sul disagio del tempo che passa, dell’essere anziani in una civiltà distratta che non li accetta e vuole dimenticarli, mentre dentro covano speranze del futuro - stupenda la lettura della mano per sondare cosa ancora le attende- vivacità, voglia di godere ancora la vita, e non solo tirare avanti aspettando la morte con paliativi e pietà, in cui anche i capricci da bimbe sono un modo per ricordare a tutti che esistono, e ancor desiderano e vogliono vivere, vivere davvero.


domenica 7 agosto 2011

Balto

Un’anziana signora passeggiando con la nipotina al Central Park di New York si ferma a mostrarle una statua, è quella di un eroe un po’ speciale, un cane, la cui storia inizia a narrare. Balto è un meticcio : mezzo cane e mezzo lupo, gli altri temono la sua doppia natura, e ne ha paura lui stesso accentuando la sua insicurezza e aggressività. Gli sono amici l’ oca russa Boris con cui vive in un vecchio relitto di nave e due orsetti polari. Nella cittadina di Nome in Alaska tutti lo scansano perché selvatico e inadatto alle corse delle slitte mentre osannano l’antipatico Steele campione locale. Tutti tranne l’adorabile cagnolina Jenna che con la sua padroncina Rosy riesce a far amicizia con il solitario lupo. Ma una terribile epidemia di differite colpisce la sperduta città,
colpendo i bambini, Rosy compresa. E’ una lotta contro il tempo per avere il siero per fermare il male, ma il gelo blocca il treno di soccorso e la popolazione è isolata da kilometri di neve e ghiaccio, solo i cani possono essere la loro salvezza, Steele è il prescelto, ma fallisce mentre Balto dopo mille traversie può riuscire perché come gli ricorda Boris « Balto, un cane non può fare questo viaggio da solo. Ma, forse... un lupo sì » e affidandosi al suo spirito selvaggio e al suo grande coraggio riesce in 5 giorni a fare un viaggio di un mese. I bimbi sono salvi e la città ora lo rispetta, ma soprattutto il primo ad avere rispetto e accettazione di sé è proprio Balto conscio che la sua doppia natura non è un ostacolo, ma una ricchezza . Ecco il racconto appassionato di nonna Rosy, e lei lo sa bene perché era quella piccola amica salvata da un feroce canelupo era proprio lei. Il film d’animazione è delizioso, e Balto ti entra nel cuore con quel musetto buffo e angosciato, la storia vera pare sia un po’ diversa e Balto non fu il solo artefice di quella avventura, ma è lo spirito che percorre questa vicenda che è totalmente vero : l’amicizia che unisce uomini e animali riequilibra l’instabile armonia della natura.

Sulla statua a New York dedicata a Balto vi è inciso « Dedicata all'indomabile spirito dei cani da slitta che trasportarono sul ghiaccio accidentato, attraverso acque pericolose e tormente artiche l'antitossina per seicento miglia da Nenana per il sollievo della ferita Nome nell'inverno del 1925. "Resistenza -- Fedeltà -- Intelligenza" »