Quando andrò in Paradiso non voglio che una campana lunga sappia di tegola all'alba - d'acqua piovana. Quando mi sarò deciso d'andarci, in Paradiso ci andrò con l'ascensore di Castelletto, nelle ore notturne, rubando un poco di tempo al mio riposo.(.....)
Sirena (Giorgio Caproni)
La mia città dagli amori in salita, Genova mia di mare tutta scale e, su dal porto, risucchi di vita viva fino a raggiungere il crinale di lamiera dei tetti, ora con quale spinta nel petto, qui dove è finita in piombo la parola, jodio e salerivibra sulla punta delle dita che sui tasti mi dolgono?... Oh il carbone a Di Negro celeste! oh la sirena marittima, la notte quando appena l'occhio s'è chiuso, e nel cuore la pena del futuro s'è aperta col bandone scosso di soprassalto da un portoneLitania ( Giorgio Caproni)
Genova mia città intera. Geranio. Polveriera. Genova di ferro e aria, mia lavagna, arenaria.
Genova città pulita. Brezza e luce in salita. Genova verticale, vertigine, aria scale. (...)
Genova di tutta la vita. Mia litania infinita.
Il poeta è un minatore: va giù nelle viscere dell'io e, miracolosamente, torna alla superficie con poche, lucenti, pepite...
Dedicato a Base Luna e al Capitano Achab che appartengono a quel paesaggio