Fa eccezionalmente molto caldo, una serie di finestre aperte si affacciano sullo stesso cortile, tra liti, amori, piccole storie comuni, solitudini. E’ troppo caldo per Jeff Jeffries , fotoreporter giramondo costretto
all’immobilità da una gamba ingessata,- ma fra pochi giorni toglie tutto, troppo caldo per l’infermiera che lo tormenta
sarcasticamente, ma ne ha per pochi giorni , troppo per l’affascinante miliardaria e stilè Lisa Freemont, che cerca
continuamente di convincerlo ad impalmarla mentre lui fra poco potrà sfuggirle
, temendo le loro vite inconciliabili. Ma soprattutto è troppo caldo per tenere le serrande chiuse
come fa il dirimpettaio di cui non si
vede più la noiosissima moglie. Perché Jeff per deformazione professionale
combinata ad una morbosa curiosità sta
da giorni spiando le vicende dei sui
vicini creando battibecchi continui con infermiera e fidanzata sui loro casi : una
coppia sposata da pochi giorni, una ballerina molto corteggiata, un compositore
in crisi, una coppia e l’amato cagnolino,
una donna dal cuore solitario, una pseudo artista e una coppia di coniugi, i
Thorwald, in crisi matrimoniale. Già perché
non si vede più la signora Thorwald , e il marito fa strani movimenti ? I tre vanno convincendosi
che l’abbia uccisa e fatta a pezzi.
Cercano anche di convincere un poliziotto amico di Jeff perplesso, ma
che indaga. Lisa si dimostra una ragazza
intraprendente e una sera s’introduce di
soppiatto in casa Thorwald, scoprendo la fede nuziale della signora ancora in casa , ma i suoi “ complici “ si
distraggono da Cuore Solitario che sta per suicidarsi, la fermano le note di
una canzone del compositore accanto, e non vedono che Thorwald
sta rientrando, chiamando la polizia lo fermano
mentre l’aggredisce. Dei segnali di Lisa
che si finge una ladra per uscire di là, l’ uomo però comprende che qualcuno di
fronte lo spia e scorgendo Jeff e va da
lui aggredendolo , il fotografo prende
tempo accecandolo ripetutamente con il
lampo del flash , giunge l’amico con polizia al seguito e lo arresta anche se Jeff è caduto dalla finestra. Tutto è tornato alla normalità nel cortile, fa
meno caldo, c’è chi litiga, chi si
conosce, chi ritorna, e un fotoreporter
immobilizzato di nuovo con due gambe fratturate che dà finalmente le spalle
alla finestra, mentre la sua futura consorte vestita sobriamente è pronta a qualsiasi esigenza per compiacerlo,
ma notando che il suo amato se la dorme beato, smette di leggere un libro di
viaggi e tira fuori l’ultimo numero di Harper
Bazaar per tuffarsi tra moda e scintiili magnificamente superflui. Un film sul
guardare : Jeff guardando tiene a
distanza la realtà, l’obiettivo è
appagante , ma distante, una salvaguardia, possiamo vivere altre vite senza
farcene toccare, con lui anche noi siamo dei guardoni che sia in un cinema che sia nella vita, non
possiamo sottrarci dal guardare una storia che non è nostra , una vita che non
è la nostra, ogni finestra del cortile apre altre vicende che come Jeff non
possiamo evitare, ma che ci offrono la salvaguardia del distacco, solo momenti
rompono l’illusione, come la morte del
cagnolino crea un momento di rottura in cui tutti i condomini si affacciano sgomenti
creando un momento di afflato che subito si spezza ed ognuno torna nella sua
piccola realtà chiusa, come noi spettatori torniamo nella sala buia al nostro
universo personale. Hitchcock ha saputo creare un film che parla di cinema e
vita, di due delle maggiori ossessioni dell’essere umano : rapporti di coppia con le sue variabili e istinto di guardare e le
sue possibili patologie. Un film profondo e complesso sulle debolezze umane svolto
con ironia e tocco leggero, il che lo rende impagabile. Con uso sapiente della
soggettiva fa si che noi siamo Jeff, il suo sguardo è il nostro e quando Thorwald
guarda chi lo osserva , guarda direttamente in camera, guarda noi eterni
voyeur.
L'infermiera al fotoreporter : - Intelligenza... Niente ha procurato alla razza umana più
guai che l'intelligenza. - Oh, Signore... Siamo diventati una razza di guardoni! -