Torino in un agosto afoso degli anni settanta, l’omicidio
dell’equivoco architetto Garrone, ucciso con un fallo in pietra e ritrovato per
caso da un vicino che passeggiava con il cane . Indaga il commissario
Santamaria disincantato romano in trasferta , cinico e distaccato per mestriere, che però non si tira indietro quando
invece i vertici fanno pressione su di lui perché vorrebbero evitare certi nomi importanti, e salta
fuori quello della signora Anna Carla Dosio, moglie di uno degli uomini più ricchi ed
influenti della città. Per gioco sembra che lei e il suo amico Massimo Campi abbiano scritto di voler far fuori l’architetto, che era malvisto, ma introdotto tra i benestanti della città. Ed è tra le ipocrisie e le omertà di classe,
ogni classe, che si muove il commissario. Anna Carla è
una bella donna annoiata che flirta con Santamaria, mentre Massimo ancor più
annoiato, ha appena lasciato il suo giovane amante Lello, che lo ama
disperatamente e lavorando in Comune cerca di trovare il bandolo dell’omicidio
per scagionarlo inseguendo l’indizio di certi incartamenti su un piano regolatore , mentre per Massimo è solo un'altra distrazione svogliata. Una
sfilza di personaggi, tutti con un movente e senza alibi. Al mercatino del Balùn
si ritrovano tutti i sospetti e nella confusione viene assassinato Lello , ormai troppo vicino alla verità. E
tutto solo per interesse : questi delitti sono
opera di una ricca signora per
non perdere la titolarità di un terreno, per non spendere altri soldi. Il caso
è risolto, Anna e Massimo hanno avuto per
un po’ una distrazione, che non
intaccherà le loro anestetizzanti
ricche sicurezze . Santamaria si ritrova
in un letto vuoto di domenica mattina, la Signora deve scappare, fare le valigie, ci sono ferie, Svizzera, e lui si ritrova solo ancora nella calura torinese senza altro
che una città in attesa di un altro delitto che la scuoti un po'. Un film un po’ diverso nella filmografia
italica, mix tra commedia all’italiana e giallo nostrano, dove il delitto diviene l’occasione per uno sguardo scettico sulla realtà, con
personaggi senza sconti e una città con
molti segreti e misteri. Tutto raccontato con
feroce ironia e primi piani a caccia di emozioni, che sembrano
dimenticate su quei volti di ignavi esseri soli, di piccole miserie, di falsità,
di egoismi, di piccole storie, persi nell’indifferenza di una grande città
elegante e oscura.
Fruttero : - “ Fare un poliziesco metteva al riparo da ogni
tentazione, perché dopo Madame Bovary, Guerra e pace, Il processo, non ti ci
metti più a fare un romanzo “ -