domenica 25 gennaio 2009

La tragica spedizione Scott

La Spedizione del Capitano Robert Falcon Scott si ricorda per la tragicità umana che porta con sè.
Scott aveva già tentato un primo avvicinamento al Polo Sud, all'inizio dell' agosto del 1901 con la Discovery salpò da Londra con a bordo 48 persone . Il 22 gennaio 1902 Scott e Edward Wilson sbarcarono a Capo Crozier e scalarono il monte Terror. Da qui avvistarono una distesa pianeggiante di ghiaccio che si estendeva fino all'orizzonte: quella vista alimentò il desiderio di Scott di provare a raggiungere il Polo Sud

La stagione già troppo avanzata per poter preparare l'impresa, convinse Scott a trascorrere l'inverno antartico a bordo della Discovery e di costruire una capanna di legno come magazzino e riparo d'emergenza nel caso la nave venisse schiacciata dalla banchisa. La località è nota ancora oggi come Hut Point. Scott, Wilson e Shackleton raggiunsero il punto più meridionale il 31 dicembre 1902, a 480 miglia dal Polo, dovendo desistere per avversità ma anche per errori tecnici d'impreparazione.
Il 1 giugno 1910 ci riprova e con la nave Terra Nova .Ma ancora una volta avversità metereologiche ed errori di organizzazione segnarono negativamente la spedizione.
Ma sospratutto Scott aveva già perso quando seppe di avere alle costole un concorrente formidabile quale il norvegese Roald Amundsen. dai rispettivi campi base. Amundsen e i suoi quattro compagni erano in viaggio con sci e cani da slitta, per raggiungere il Polo Nord quando sanno che Peary li ha preceduti, decidono di mdificare i piani e provare a conquistare il Polo Sud. Entrambe le spedizioni partirono nell'ottobre 1911.
La spedizione composta da Scott, Edward Wilson, Edgar Evans, Lawrence Oates e dal tenente Henry Bowers, raggiunse il Polo Sud tra il 17 e il 18 di gennaio del 1912. Ma qui la delusione fu enorme, quando i cinque si resero conto che Amundsen li aveva preceduti di diversi giorni: sul ghiaccio svettava ancora la bandiera norvegese, lasciata da Amundsen già il 14 dicembre 1911. Amundsen lasciò all'interno di una tenda un messaggio indirizzato a Scott. "I norvegesi ci hanno preceduti. Domani arriveremo al Polo e torneremo alla base il più velocemente possibile" così scrive Scott nel suo diario il 16 gennaio.
La migliore organizzazione della spedizione di Amundsen fu evidente anche (e soprattutto) nel durissimo viaggio di ritorno. Mentre Amundsen riuscì a rientrare al campo base senza difficoltà, per Scott e i suoi il rientro divenne ben presto una lotta disperata, e segnata dalla cocente sconfitta morale. In gran parte contribuirono anche le pessime condizioni meteorologiche con temperature talmente rigide che furono le più terribili in un secolo.


Il primo che perse la vita nel corso della marcia di rientro fu Evans che si era infortunato in seguito ad una caduta ed ebbe un crollo fisico e psicologico. Poco dopo peggiorarono le condizioni di Lawrence Oates che ha i piedi in cancrena,tanto da ostacolare la marcia degli altri membri della spedizione. Quando Oates si rese conto di avere poche possibilità di sopravvivenza ,ma soprattutto di rappresentare un fattore di rischio per i rimanenti membri della spedizione, si sacrifica abbandonando volontariamente la tenda durante una tempesta di neve e andando a morire nell'uragano Blizzard , pronunciando le storiche parole: "Sto solo uscendo per stare un po' fuori". Il suo corpo non fui mai ritrovato, tranne la sua borsa da viaggio.Il gesto di Oates fu inutile. Il 21 marzo 1912 Scott con i suoi compagni,Wilson, Bowers annota nel suo diario "Da 4 giorni siamo bloccati nella tenda, l'uragano ci urla intorno....."I cadaveri dei rimanenti membri della spedizione furono trovati, nel novembre del 1912 una squadra ritroverà i tre corpi, i diari e le ultime lettere, intatti e dentro la tenda, a sole 11 miglia da un grande deposito di viveri allestito appositamente per la loro spedizione. Nei loro diari descrissero nel dettaglio le sofferenze patite.


Il diario di Scott termina con la frase: "For God's sake look after our people. R. Scott".
I corpi degli esploratori furono sepolti nel punto dov'erano stati trovati: dopo averla calata su di essi, la stessa tenda fu coperta di ghiaccio, e a Capo Evans sul tumulo venne posta una un'alta croce di legno.Sul diario di Scott il suo ultimo messaggio è alla popolazione britannica:
...........Ma se abbiamo voluto donare le nostre vite per questa impresa, per l'onore del nostro Paese, mi appello ai nostri connazionali che si occupino di provvedere a coloro che dipendono da noi. Se fossimo sopravvissuti avrei avuto una storia da raccontare sull'ardimento, la resistenza ed il coraggio dei miei compagni che avrebbe infiammato il cuore di ogni brittannico ............"

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