domenica 5 agosto 2012

La donna della domenica


Torino in un agosto afoso degli anni settanta, l’omicidio dell’equivoco architetto Garrone, ucciso con un fallo in pietra e ritrovato per caso da un vicino che passeggiava con il cane . Indaga il commissario Santamaria disincantato romano in trasferta , cinico e distaccato per mestriere, che però non si tira indietro quando invece  i vertici  fanno pressione su di lui  perché vorrebbero evitare certi nomi importanti,   e salta fuori  quello della signora Anna Carla Dosio,  moglie di uno degli uomini più ricchi ed influenti della città. Per gioco sembra che lei e il suo amico Massimo Campi  abbiano scritto di voler far fuori  l’architetto, che era malvisto,  ma introdotto  tra i benestanti della città.  Ed è tra le ipocrisie e le omertà di classe, ogni classe, che si muove il commissario.  Anna Carla è una bella donna annoiata che flirta con Santamaria, mentre Massimo ancor più annoiato, ha appena lasciato il suo giovane amante Lello, che lo ama disperatamente e lavorando in Comune cerca di trovare il bandolo dell’omicidio per scagionarlo inseguendo l’indizio di certi incartamenti su un  piano regolatore , mentre per  Massimo è  solo un'altra distrazione svogliata. Una sfilza di personaggi, tutti con un movente e senza alibi. Al mercatino del  Balùn  si ritrovano tutti i sospetti  e nella confusione  viene assassinato Lello , ormai troppo vicino alla verità. E tutto solo per interesse :  questi  delitti  sono opera  di una ricca signora per non perdere la titolarità di un terreno, per non spendere altri soldi.   Il caso è risolto,  Anna e Massimo hanno avuto per un po’ una distrazione, che non  intaccherà  le loro anestetizzanti ricche sicurezze . Santamaria si ritrova in un letto vuoto di domenica mattina, la Signora deve scappare, fare le valigie, ci sono ferie, Svizzera, e lui si ritrova solo ancora  nella calura torinese senza altro che una città in attesa di un altro delitto che la scuoti un po'.  Un film un po’ diverso nella filmografia italica, mix tra commedia all’italiana e  giallo nostrano,  dove il delitto diviene l’occasione per uno  sguardo scettico sulla realtà, con personaggi  senza sconti e una città con molti segreti  e misteri.  Tutto  raccontato con  feroce ironia e primi piani a caccia di emozioni, che sembrano dimenticate  su quei volti di ignavi  esseri soli, di piccole miserie, di falsità, di egoismi, di piccole storie, persi nell’indifferenza di una grande città elegante e oscura.

Fruttero : - “ Fare un poliziesco metteva al riparo da ogni tentazione, perché dopo Madame Bovary, Guerra e pace, Il processo, non ti ci metti più a fare un romanzo “ -

18 commenti:

  1. beh... non ci si mette lui... :) H. Miller invece... :)))

    RispondiElimina
  2. Ora Torino è più luminosa che mai...

    RispondiElimina
  3. Torino è una città misteriosa e piena di segreti dietro le facciate eleganti dei palazzi!

    RispondiElimina
  4. He Alpexex fortunatamente altri si sono sentiti meno deferenti e intimoriti lanciandosi nell'avventura romanzesca.
    Personalmente hoi visto prima il film, fra un po' leggero il libro e vediamo come scrive la apremiata ditta Fruttero e Lucentini. Bye bye

    RispondiElimina
    Risposte
    1. bon facci sapere, io non ho avuto l'onore e nemmeno Cassandra... :)

      Elimina
  5. Ma le città affascinanti Gianna, dietro le luci scintillanti nascondono sempre angoli bui.
    Un bacione miagolosissimo ffffffffrrrrrrrr

    RispondiElimina
  6. Si Alfoso una città compassata, con una sua elegante lentezza, le industrie, i palazzi storici e i cortili pop, eppure anche parte del triangolo magico . Materia pura per un cacciatore di misteri come sei tu. Miaooo

    RispondiElimina
  7. Film molto bello, con attori perfetti nella loro parte, e poi hai ragione, poco italiano (del resto il regista è uno dei meno "italiani" che abbiamo avuto).

    RispondiElimina
  8. farò da apripista miaops da aprilibro
    miagolii anche per Cassandra

    RispondiElimina
  9. Ally si era un po' diverso come impostazione, mi è piaciuto, e poi è molto in tema estivo..
    miaooooùùùùùùùùùùùù

    RispondiElimina
  10. Hallo Isabel, si presta molto , e anche Dario argento la usata in alcuni films come sfondo misterioso. Daltronde il cinema in Italia è nato proprio a Torino .... fffffrrrrrrrrrrr

    RispondiElimina
  11. Trovandomici spesso, ho avuto modo di conoscere un pochino di più questa città affascinante, ricca di luoghi particolari, misteri e simboli... in ogni angolo. Se ne potrebbero citare centinaia: dal 'punto' positivo tra Castore e Polluce in Piazza Castello, al 'punto' negativo di piazza Statuto, dove l'angelo sulla fontana tiene a bada il demone sotterrato; i volti 'demoniaci' nascosti dal Guarini nella cupola della chiesa di S.Lorenzo (un capolovoro dell'architettura). Chiesa che, sopra l'altare, porta anche il famoso simbolo massonico degli 'illuminati (piramide con occhio); Rondò della Forca, dove venivano eseguite le impiccagioni...; la chiesa della Gran Madre, altro 'punto' estremamente positivo che pare avere, tra le statue collocate davanti all'ingresso, la chiave per accedere al Graal. Per non parlare della Sacra Sindone... Insomma, un luogo carico di misteri ed anche una bella città, che sicuramente si presta molto bene all'ambientazione di un film. Mi piacerebbe leggere il libro, il film non ho ancora avuto occasione di vederlo. Ho visto soltanto lo sceneggiato che, in confronto ai vecchi sceneggiati (che ben conosciamo), lascia un po' a desiderare... secondo il mio punto di vista.
    Come sempre, un bel post, micia! Grazie!
    Un bacio
    Cla

    RispondiElimina
  12. Wow Cla che super commento, un viaggio torinese nei meandri magici di questa contraddittoria città, set affascinante.
    cara lo sceneggiato è cosa inutile, per altro con un finale posticcio da Harmony che nulla che fare con il quadro spietato e lo sguardo disincantato con il quale si è raccontata questa storia. Un bacio dolce lunotta matta

    RispondiElimina
  13. Un film geniale, che come tutte le cose geniali non manca di lati divertentissimi, come quando lo scultore-venditore di falli di pietra dice "Diciotto cazzi, mi avete rotto", intendendolo sia alla lettera che in senso figurato... :-))

    Ciao e Miao!!

    RispondiElimina
  14. Si Zietto sono molti i momenti spassosi, quasi assurdi, ma la vita lo è assurda. fusa e baci

    RispondiElimina
  15. Questo film, Lucy, è riemerso tra i miei ricordi in bianco e nero, dapprima opaco ed appena abbozzato poi, supportato dalla lettura del tuo post, più nitido e dettagliato.
    E' stato come fare un salto indietro nel tempo quando per confezionare un ottimo prodotto cinematografico non occorrevano tonnellate di effetti speciali o immancabili, gratuite, scene di nudo, ma ci si affidava alla maestria del regista, al talento degli attori e al lavoro encomiabile degli scenegiattori.
    Un lavoro di squadra, quindi, dove ogni elemento assolve ad una precisa funzione ed adempiendo al suo "dovere" all'interno della storia e così, come per gli attori, anche la enigmatica città di Torino si appresta a recitare, con talento da diva, la parte a lei assegnata e, grazie a lei, ci viene consegnato, a vividi colori, il ritratto di un ambiente alto borghese, "insano", annoiato, superficiale, quasi privo di sentimenti.
    Un ambiente di corpi e non di emozioni.
    Io ci colgo una spietatezza magistrale in tutto questo che nessun imbrattascene pulp riuscirebbe a rendere così magnificamente reali e devastanti.

    ......e, visto che sono ancora in convalescenza, magari mi leggerò il libro :)
    Un bacio

    RispondiElimina
  16. Esatto mia Escura, corpi senza emozioni si muovono in questo film che con grottesca ferocia ci presenta la nostra cosidetta civiltà, perchè ggli anni ?70 in questo senso non sono così lontani..... come idee temo di si .......... miagolii affettuosissimi

    RispondiElimina