domenica 29 novembre 2009

Il bacio della pantera

Irena viene sovente allo zoo, si ferma dalla gabbia della pantera nera, l'osserva affascinata,e la disegna trafitta da una spada, ricordo di antiche narrazioni della sua infanzia. Un giorno luminoso incontra Oliver, un giovane semplice e cordiale attratto dalla sua bellezza particolare. Tra i due è immediata simpatia che li porta a sposarsi. Ma la ragazza è ossessionata dalle leggende della sua terra serba, dove si narra che esistono i figli di una genia di mostri, e lei sa e teme, di essere una donna pantera capace di rivelare il suo fondo ferino dopo un rapporto sessuale o se travolta dalla passione, dalla rabbia o dalla gelosia. Oliver crede siano fantasie che l'amore farà scomparire, ma le ossessioni hanno il sopravvento e lei si rifiuta anche solo di baciarlo. Inizia a comprendere che ombre sono intorno a loro, gli animali la temono, lei è terrorizzata, e sta diventando gelosa anche di Alice ,una amica di Oliver, che viene spaventata da oscure minacce sottoforma di passi, mugolati, accappatoi strappati. Ormai Irena non sa più chi è, sconvolta giunge dal dott. Judd, il psichiatra a cui si è rivolta in cerca d'aiuto, che cerca, non credendo ad antiche maledizioni ,di sedurla ,baciandola scatena la fiera, che lo ferisce a morte, rimanendo però colpita dalla sua lama nascosta nel bastone da passeggio. Irena ferita giunge allo zoo per farsi uccidere dalla sua sorella pantera. E lì che Oliver ed Alice trovano una pantera ferita a morte da una spada davanti alla gabbia aperta. La scissione dell'io tra il desiderio di amare ed essere amato ed una vocazione di distruzione e di morte giunge alla citazione finale :
....but black sin hath betrayed to endless nightmy world, both parts, and both parts must die

- ..ma il nero peccato ha tradito ad una notte perpetua entrambe le parti del mio mondo, ed entrambe dovranno morire- Holy Sonnets, n.2, “Divine poems” di John Donne. Film fatto di pochissimo, dalla suggestione unica ed assoluta. Riesce ad essere insinuante, sensuale , terrorizzante, morboso, ancestrale, evocativo, maledetto, solo usando rumori di sottofondo, ombre, atmosfere create da leggende,e paure dei protagonisti. Crediamo alla dannazione di Irena perchè basta guardare il volto della Simon, spaventata di sé, lei stessa ; angelica ma da cui si sprigiona un represso desiderio sessuale che attrae per la pericolosità mortale che spande intorno a sè. Non vediamo nessuna trasformazione, nessun atto concreto, solo rumori sordi , casualità, impressioni, il dubbio se è lei pazza o sista una realtà mostruosa ci guida insinuante sino in fondo. La continua presenza di immagini feline e richiami a rumori ferini in scene quotidiane ci portano a creare già nella nostra mente il parallelo donna- belva. E quando Alice cammina credendo di esser inseguita scambiando il grido del bus per quello della pantera, noi sappiamo che Irena è lì ed è in forma animalesca, e quando Alice sente in piscina nella penombra dei rumori simil mugolato, noi sappiamo chi è. Il conflitto interiore di Irena è il nostro eterno dilemma di vita, amore, morte. La sua ricerca di normalità sarà la sua condanna, prigioniera della sua libertà estrema, del suo potere, che spaventa la società stessa che per sopravvivere deve abbatterla in qualche modo. Ma il suo dualismo è dentro di noi non può morire, vive eternamente nell'essere umano, che troppo spesso dimentica di essere creatura del regno animale.

Irene - Io amo il buio, è fraterno.

Una locandina : - Baciami e ti graffierò a morte!

martedì 24 novembre 2009

Un ricordo della Garfagnana

Credevo aver perso le fotografie di giornate molto belle vissute in Garfagnana, poi ho ritrovato le tracce del mio ricordo,e al mio si è aggiunto quello della mia cara Base Luna che ha aggiunto complementariamente le sue emozioni alle mie. Pioggia continua, con preziosi sprazzi di raggi luminosi, in quei giorni che ci hanno portato da Lucca a Poggio, da Barga all'antico borgo di Castelvecchio. La loggia di casa Pascoli, in un giorno festivo aperta miracolosamente per sbaglio alla nostra vista. Un sogno rammentare un periodo così sereno quasi fuori dal mondo e dalla realtà, così vicino e così lontano.
Alla mia Lunosa il mio affetto per sempre , sovrapponendo le immagini di una vita insieme l'una con l'altra.

sabato 21 novembre 2009

Una bella storia: Walter Bonatti e Rossana Podestà

Cosa può far nascere una frase speranzosa lanciata nel vuoto ?
Cosa può nascere da una lettera spedita quasi contro se stesso? Nulla ...... o tutto.


Un giorno, alla tipica domanda di un'intervista - con chi fuggirebbe su un'isola deserta ? - l'attrice Rossana Podestà dichiara prontamente illuminandosi, che sogna di fuggire con lo scalatore ed esploratore Walter Bonatti, che ammira da sempre, perché è riuscito a fare la vita che avrebbe desiderato lei. Tanti anni dopo è la compagna amatissima del grande alpinista e reporter di viaggi. Quelle parole di tanto tempo fa, vengono lette da un'amica di Bonatti che gli dice che una bellissima attrice ha un debole per lui, lui così schivo e spartano, è lusingato dalla cosa e dopo un po' si decide a scriverle: “Dopo qualche tempo ricevetti una sua lettera nella quale si dichiarava pronto a portarmici. Ne conosco tante di isole deserte…, aggiungeva.” Ma ci mette un po' a decidersi a telefonarle, poi rimanda la visita, ma subito dopo ci ripensa e decide di darle un' appuntamento. “ Appuntamento a Roma davanti all’Ara Coeli. Solo che all’orario stabilito non lo vidi arrivare. All’epoca non c’erano ancora i cellulari, per cui aspettai, finché due ore dopo mi venne un sospetto e, girato l’angolo, lo vidi davanti all’Altare della Patria, che aveva confuso con l’Ara Coeli, intento a difendere la posizione da un nugolo di vigili che volevano spostasse l’auto.
Al che, arrabbiata, gli dissi: ma che razza di esploratore sei che non riesci a trovare una persona a Roma?». Anche i grandi uomini si perdono nelle piccole cose, ma sanno anche farsi perdonare: “Walter ha riempito tutti i miei sogni. Tra noi si è creata una rara alchimia cementata dalle avventure condivise in tutto il mondo. Indubbiamente non è uno zuccherino, perché per anni ha lottato coi particolari che per lui volevano dire la vita piuttosto che la morte. Ma io ho le spalle larghe e ormai non saprei che ne sarebbe della mia vita senza di lui”.
Dopo quest'incontro, la vita cambia per entrambi, lui stesso dichiara che Rossana giunge in un momento di svolta per lui, forse salvandolo, lei lascia il Cinema, con cui ha sempre avuto un rapporto conflittuale, per dedicarsi alle avventure e alla vita agreste tra Dubino tra le montagne della Valtellina e la coltivazione dell'ulivo a picco sul mare dell'Argentario. Due persone vere, speciali che sanno lottare e sanno essere contro i compromessi,unite per istinto.
Qualche volta delle parole sparse per l'aria volano come aquiloni leggeri fino ad una mano che raccoglie quel filo per poi farsi trascinare con quell'aquilone colorato verso un cielo libero e azzurro.

martedì 17 novembre 2009

La città di Fel "Felinità" by Elisena

Pubblico la delicata favola che mi ha donato un'amica : Elisena, streghessa dalle rosse chiome, e dagli arcani poteri creativi. Era da mettere in un cassetto, ma uno scritto così non poteva restare chiuso. Questo regalo mi ha comossa nel profondo, grazie mia carissima amic-i-a Fffffffffrrrrrrrr -Qualche tempo fa, nei pressi degli studi cinematografici di “CINECITTA’, trovarono, abbandonata in una cesta, una piccola gattina. Razza straordinaria la sua, quasi sconosciuta. Pelo non molto lungo ma liscissimo come la seta. Maculata in modo astratto. Vista di fianco, sembrava una mucca in miniatura, da dietro appariva come una tigre e in altre pose sembrava fosse la figlia di un puma affetto da varicella. Ma lei era dolcissima. Piccolissima e dolcissima.
Il suo miagolio “commosse” registi famosi che, in un baleno, l’adottarono e fecero di lei la “mascotte” del cinema.Fel fu il nome che le venne dato, perché Fel era il diminutivo di felicità, felinità, felpatezza, Fellinità (questo lo affermò Fellini), insomma, Fel….per tutti loro!
La gattina, che aveva un bel caratterino da tigre e sapeva far le fusa in tutta le lingue del mondo, era convinta che, prima o poi, qualcuno dei suoi padri adottivi , dalla poltrona di regista, le assegnasse un ruolo in un film, anche un solo e piccolo “ciack” .

Macchè! Solo carezze, gustosissimi piatti di pesce, topolini finti a cui dare la caccia, morbidi cuscini su cui dormire e nient’altro!Ma allora sono proprio una brutta gatta, pensò Fel, che invece era bellissima e sapeva fare cose da “favola”: camminava sui tetti più alti di Roma riuscendo a tenere bellissimi cappelli di paglia in bilico sulla sua coda ritta, diventava sottilissima infilandosi in antri e cancelli, nuotava nel Tevere, cosa che solo i gatti più esperti riescono a fare,
e….. se solo di passaggio si ritrovava sul set dell’antico egitto, assumeva le sembianze di una sfinge, in quello western quelle di una pantera e in quello sentimentale di una gatta da salotto.Eleganza, stile, fascino, dialettica e, soprattutto “fusa a tutto spiano”, ma nessuno che la scritturasse in un film.E, un giorno accadde una cosa terribile! Fel fu invitata ad assistere alla presentazione “ della carica dei 101”, cani si, ma sempre attori e poi, ancora peggio, seguì quella “degli aristogatti”: La goccia, miei cari, fece traboccare il vaso.Spazzolò le sue vibrisse, sfoderò gli artigli ben limati e smaltati, inerpicò il suo pelo e dichiarò guerra alla pellicola!Entrò nella cineteca e cominciò a ritagliare pellicole, foto, costumi, castelli di cartapesta e, magicamente, li fece suoi, amalgamandoli in un blog, che si trasformò nell’Hollywood più interessante e fantastico del Web.
Ben presto ricevette molti premi oscar, ed altri riconoscimenti ancora le furono assegnati, ma non come miglior attrice protagonista, bensì miglior regista e narratrice e presentatrice del cinema mondiale!
Lei, unica figlia d’arte di così tanti padri illustri, è riuscita a far amare, ad incuriosire, a “metter la voglia” ai suoi lettori di vedere quei film che, in qualche modo le appartengono, perché li ha ritagliati con il cuore.Ogni sera, mentre noi siamo comodamente seduti sui nostri divani a “gustarci” un Film, se per caso vediamo volare un cappellino di paglia sul nostro davanzale, beh, amici , tranquilli, è fel che in silenzio, col suo passo felpato, ci ha donato un attimo di fantasia..….E senza farci pagare alcun biglietto!