domenica 6 maggio 2012

L'ultimo set di Marilyn

Nell’estate 1962 la mitica rivista  di moda  Vogue  fa realizzare al fotografo Bert Stern una serie di scatti con Marilyn Monroe. Viene scelto come set una suite  dell ‘ Hotel Bel Air  a Los Angeles . Dovevano essere foto glamour con abiti Dior e gioielli. Lei giunse con molte ore di ritardo, ma  poi  completamente   a disposizione, tre giorni chiusi li dentro, con 2571 scatti ,  soprattutto la Diva pronta a spogliarsi degli  abiti  e davanti all’obiettivo e  delle sovrastrutture disumanizzanti. Immagini che ci mostrano una Marilyn bella e segnata ( anche una cicatrice  da operazione, l’ eyeliner nero e  il pesante rossetto rosso che evidenziano l' insicurezza per quella pelle che ora ha qualche sottile ruga ) , disponibile  e fragilissima, divertita e stanca,  sensuale e sciupata, seducente e  malinconica. Impegnerà il fotografo a scegliere lei gli scatti più belli, ma quando li restituisce gran parte del materiale è rovinato da lei che ha ucciso letteralmente la sua immagine  e se stessa con un pennarello rosso e graffiando con delle forcine i fotogrammi del negativo. ( Che solo molti anni dopo con l’avvento del digitale  Stern è riuscito a salvare ). Un set  diviso  :  le foto  di lavoro per la rivista e quelle intime  tra champagne, lenzuola, profumi, tra il fotografo e  l’ icona erotica di quegli anni, probabilmente  per qualche ora lontani da tutto solo un uomo e una donna, con intorno quella luce bianca rivelatrice senza altro, accecante e denudante corpi e anime. Poche settimane dopo Marilyn-  Norma Jean moriva sola tra barbiturici e alcol. Vogue aveva un servizio clamoroso da pubblicare .
«Marilyn arrivò. Con cinque ore di ritardo. E fu una sorpresa... non era invecchiata, non era formosa, anzi doveva essere molto dimagrita... si era trasformata... aveva una sciarpa attorno al capo, e non aveva un filo di trucco, niente. Era magnifica. E un'altra sorpresa fu la voce: non era la timida voce infantile dei film, la sua voce era adulta e molto femminile. Era spontanea, naturale, vera».  - Bert Stern – 
Un' ultima frase dal diario di  Marilyn  Monroe :
" Mi sento orribile. Datemi un po' di tempo, mi truccherò e sarò di nuovo Marilyn."

20 commenti:

  1. L'ultima frase del suo diario, Lucy, è al contempo meravigliosa terribile, denunciante la sua fragilità e la sua estrema consapevolezza della donna e del mito, che lei ben sapeva di dover scindere.
    Assolutamente bella la sua foto dove appare la cicatrice: il corpo delle donne è spesso segnato dalle cicatrici, anche quello delle dive.
    Commovente e partecipato questo tuo bellissimo tributo a Marilyn, alla donna prima ancora che alla diva.
    Aggiungere parole a ciò che tu così bene e con lucidità hai scritto in questo post sarebbe davvero superfluo, eppoi, oltre le tue parole, ci sono le meravigliose fotod di lei e quella ultima pagina del suo diario così esplicativa e così dentro la sua leggenda.
    Magnifica Marilyn!

    ......e brava tu, Lucy, a tracciare questo suo ritratto in modo così essenziale, pulito, eppure estremamente seducente.
    Un bacio

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  2. Cara Marilena, era una storia che mi affascinava, le ultime immagini di una donna molto amata e profondamente sola, bellissima eppure insoddisfatta, che si rivela nella sua fragilità, anche nei difetti, nelle cicatrici, negli anni che passano. La sua volontà di distruggere quelle foto in cui non si riconosceva, ma lo stesso di abbandonarsi anima e corpo all'obiettivo e a quell'uomo, forse l'ultimo in cui sperare per essere compresa fino in fondo. Eros e thanatos ancora una volta.
    Un bacio tra veli colorati

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  3. Mi fa sempre una certa tenerezza questa donna apparentemente così forte e invece così fragile. Bel post

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  4. Probabilmente molta dell'affascinazione verso il suo mito intramontabile, è dovuto al mix che incarnava, sex-appeal,la simpatia, tragedia, malattia, bravura e scoop,incoscienza e fragilità. Grazie Alfoso miao

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  5. Splendidamente teneri e delicati (come sempre, del resto) sia il tuo post che il dialogo nei commenti. Credo sia un destino atroce, l'incarnare al tempo stesso un ruolo di OGGETTO del desiderio e una personalità consapevole, sensibile, fragile, intelligente.
    Un abbraccio.

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  6. Sensibile e alla fine misteriosa, grande mito immortale ... quale altra banalità posso aggiugnere? ... avrei voluto essere quel fotografo ;)

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  7. Caro Nick, la prima idea per questo post mi è venuta per quell'ultima immagine che ho inserito , una icona sexy quasi crocefissa da se stessa e dallo star system. Una donna fragile, che con un segno deciso cancella l'apparenza di se. E' vero la cosa più interessante e coinvolgente di questo spazio sono gli intrecci di commenti che vi appaiono, e rendono vitale questi miei scritti con immagini. Un saluto felinosissimo miaooooùùù

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  8. Hallo Isabel, eh si , e proprio la sua contraddittorietà la rendono tale. Miaoooùùù

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  9. Quando si tratta di miti e storia è facile finire per dire cose già dette e riette. Ma sovente sono molrto vere. Un caro saluto

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  10. L'immagine di lei che più mi è rimasta dentro è quella di un'ultima scena de 'Gli spostati'... quando urla: 'assassini'
    al duo Gable-Wallach. Molto intensa...
    Come il tuo post
    Un bacio grande
    Cla

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  11. Micetta un ultima scena, un ultimo film, ultimo set, un ultimo fotogramma che fermano il tempo di un attrice, di una donna, di un icona che il tempo ha finito per sfidare e vincere.
    Un bacio grandissimo cucciolotta. ffffrrrrrrr

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  12. ciao Felinità
    questa donna è sempre molto bella, nonostante in queste foto sia dimagrita ee sia segnata da una cicatrice. la sua fragilità l'ha fatta diventare quel che è un mito, un'icona della bellezza.
    in queste foto in cui appare molto naturale è ancora più autentica che nei film

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  13. La prima foto mi piace tantissimo, mi ispira tante sensazioni diverse!

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  14. Forse lo è diventata anche per questa evidente fragilità. Un bacio Gianna. miaooùùùùù

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  15. Pupy erano molte le cose che mi affascinavano in questo ultimo atto di una diva tanto desiderata e così profondamente sola. Baci

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  16. Anna anche a me quella foto "parla". Miaooùùù

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  17. Certo Giardi che i trucchetti estremi di questi anni sia chirurgici che di ritocco fotografico spengono l'emozione di un volto di un corpo e omologano pericolosamente l'umanità.
    Miaooooooùùùùùùù ffffffrrrrrrrr

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