domenica 16 settembre 2012

Quel che resta del giorno

Stevens è l’impeccabile  gentiluomo di un perfetto gentiluomo .  E’ il maggiordomo efficiente ed asettico di casa Darlington, splendida magione in cui si ricevono  influenti personaggi  da  tutto il mondo nella sfera politica degli anni trenta.  Ma Lord Harlington da signore altolocato diventerà nel dopoguerra  un inquisito per complotti filonazisti, mentre in realtà è stato  un incauto infatuato  dell’ordine germanico che non ha saputo guardare oltre le apparenze, come il suo maggiordomo non ha saputo avere una propria visione della vita e si è isolato nella dedizione  ingannevole al suo ruolo. Anni ’50 in occasione di una possibile rinascita grazie all’acquisto da parte di un diplomatico americano,  che lo aveva visitato anni prima , uomo moderno e illuminato,  Stevens  per la prima volta fa un gesto personale attraversando mezza Inghilterra per ritrovare la precedente governante miss Kenton,  precisa ed intelligente, che attraverso uno  scambio di lettere e di ricordi comprendiamo essere stata l’unica che ha cercato di penetrare quella armatura difensiva  di Stevens, il servitore eccellente  che persino il giorno in cui il padre è morente riesce a non disturbare una cena importante.  Lei ha cercato con il suo amore di scalfire quella corazza , scoprendo persino che in segreto lui legge romanzetti d’amore. Ma non è bastata neppure la sua vitalità a ridestarlo  e mentre il mondo stava per andare a pezzi , lei se ne andava per cercare  altrove un po’ di quell’affetto negato.  Ora si ritrovano in una sera piovosa, un incontro  lievemente nostalgico e cordiale,  nulla più : il tempo ha troppo agito : lei sta per diventare  nonna e deve pensare alla figlia, lo ringrazia e mestamente lo lascia ritornare malinconicamente alla sua unica  dimensione,  quella di servire un padrone ed identificarsi in esso per essere al riparo dai propri sentimenti. La fine di un epoca , di una classe, di un momento storico che ha modificato per sempre la storia dell’umanità seguendo come fil rouge la vita incolore di un personaggio ai margini  di qualunque vicenda, spettatore indifferente che rinunciando  a vivere  trascorre un’ esistenza  al centro della politica internazionale senza mai schierarsi , adeguandosi alla mentalità antica del vecchio lord anglosassone  come ora a quella progressista dell’americano.  Al crepuscolo della sua vita intravede il suo fallimento personale  nell’essere un encomiabile  maggiordomo,  ma un uomo imploso che ha vissuto di riflesso senza un autonomia intellettuale e senza  il coraggio di esprimere il proprio sentire, quel che resta del suo giorno è  un infinita solitudine amara  mentre i colori della vita,  per lui già  sbiaditi,  si gettano nel buio della notte  .

20 commenti:

  1. A Lucì....ma è tutta 'na tristezza sto film!!!!!
    Micetta quel bravissimo Anthony Hopkins è impenetrabile sempre. In ogni film. Lui è perfetto nei ruoli degli imperfetti. Di quelli che vivono "strani", ai confini del nostro mondo!
    E...che resta? Niente, dopo una vita spesa così....anzi no....resta il botto, quell'enorme boato causato dall'implosione di Stevens!
    Un bacio micetta che, come me, vivi nell'empatia....sempre!
    tvb

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  2. ... è forse l'empatia che mi fa essere un po' macignosa cara in questi giorni e scegliere films cos' tristi .... ma sempre splendidi micetta mia. baci e zampate dolci cara JoeBlack

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  3. Un uomo imploso che ha vissuto di riflesso: che parole tremende, e quanto tremendo dev'essere l'accorgersi troppo tardi di avere proprio (non) vissuto così... Stavolta un film che ho visto, quindi posso dirti che l'hai raccontato alla grande. :)
    Un abbraccio miciottoloso, anche per consolare la Grifo-delusione odierna...

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  4. Caro Nicola eppure quante persone non-vivono come Stevens, seguendo la corrente, gli usi, i pregiudizi, evitando di guardarsi dentro. E' già difficile cercando di essere se stessi .....
    grazie del complimento e del pensiero grifoncino, aggiusteremo il tiro, vedrai. I tuoi intanto mietono successi. Baci miagolanti.

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  5. Me lo sono perso (o, forse, l'ho visto) ... di sicuro l'ho ri-visto adesso con questa perfetta rece. Miaooo...

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  6. ...mi è sfuggito, ma adoro quello sguardo folle diAnthony Hopkins, quindi se ne avrò l'occasione di sicurò lo faò mio, baci ady

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  7. Quanta tristezza, Fel.

    Ancora oggi tanti pregiudizi impediscono di vivere una vita affettiva...come si deve.

    Me lo confidava anche un amico.

    Abbraccio vero.

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  8. ciao Felinità
    oggi mi trovi ben cosapevole che ho dinanzi un capolavoro!!!!
    un film stupendo che mi piacerebbe rivedere

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  9. E' un film molto malinconico Ally, con interpretazioni perfette, dà tristezza ma anche la voglia di vivere diversamente. Miao

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  10. Cara Ady, qui Hopkins ha la grande capacità di giocare di sottrazione e calarsi in una parte difficilissima : presentare un uomo che non può piacerci, ma che con inquietudine comprendiamo anche troppo. Fusa a go gò

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  11. Quando qualcosa poteva essere e non abbiamo neppure tentato di avvicinarsi ad esso, il dsenso di sconfitta e tristezza è immenso Gianna. Contraccambio il tuo abbraccio con affetto

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  12. Pupy c'è una ricchezza di stile e sfumature in questo film in contrasto con l'univocità dfel protagonista. Miagolii affettuosi fffrrrrr

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  13. Con il tuo racconto, micia, hai saputo esprimere tutte le sfumature di cui questo film è ricco. Ho letto anche il libro di Ishiguro. E Ivory, come sempre, è un regista che resta sempre molto fedele al romanzo, riuscendo a trasmetterne ogni sfumatura.

    Complimenti!
    Un bacio
    TVB

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  14. uno di quei rari casi dove il film supera il romanzo, a me sir anthony è piaciuto anche nel film "Indian" (molto molto più commedia)

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  15. Grazie miciotta, come hai detto tu in una nostra conversazione Ivory sa ritrasmettere ogni emozione dei testi da cui trae i suoi film , spesso è tacciato di calligrafismo ed estetismo, ma semmai è un valore aggiunto non un limite o un semplice vezzo per nascondere del vuoto. Baciotti e fusa fffffffrrrrrrrrrr

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  16. Giardi non ho visto Indian, ma so che tratta della mitica gara a Bonneville che consacrò il record della magica Triumph ... adoro quel modello ...... devo perciò assolutamente vederlo miaoooùùùùùùùùùù

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  17. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  18. Davvero, la maestria di un attore è qui ben in evidenza che sir Anthony ce ne dà un saggio, uno dei tanti per quel che lo riguarda ma anche la Tompson non è da meno: misurata, contegnosa, eppur ci lascia sapientemente intuire una passionalità sedata, un fiume sensuale ed emozionale che pur s'arena dinnanzi agli argini, eretti inaccessibili da Stevens.
    Ci sarebbe da scrivere un trattato su questo personaggio all'apparenza elementare ma, in realtà, complesso ed involuto, assolutamente definito all'esterno nella vocazione accettata del suo ruolo di maggiordomo, uomo/ombra, tanto da configurarsi totalmente in esso.
    Attori straordinari e sensibilissimi, diretti da un regista assolutamente raffinato ed attento alle atmosfere ed alle sensazioni, quale è James Ivory, non potevano dar vita altro che ad un film di questa levatura.

    Lucy, il tuo modo di descrivere è impeccabile, coinvolgente ed esaustivo.
    Un bacio :)))))
    P.S. - Scusa l'imbrattatura :(

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  19. Uno studio raffinato quello fatto sui caratteri di questo racconto ( e reso magistralmente ) ,e che nel personaggio di Stevens anche se in modo assoluto, ci pone difronte alla difficoltà di far emergere la verità che è in noi, visto che consta di un atto di coraggio quotidiano.
    Un abbraccio liberatorio strega Escura.

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