domenica 10 marzo 2013

Rebecca, la prima moglie

 
« Sognai l'altra notte che ritornavo a Manderley ». Una  voce femminile fuori campo ci dice di un suo sogno in cui le riappare la dimora di Manderley, che noi intravediamo tra fronde notturne in rovina, e inizia così un lungo flashback dove una graziosa e timida ragazza, dama di compagnia di una ricca dispotica in vacanza a Montecarlo, distoglie forse da un tentativo di suicidio l’affascinante e triste Lord Maxim de Winter, che a sorpresa  le chiede di sposarlo e la porta con sé nel suo magnifico maniero  a Manderley, in Cornovaglia. Diventa così  la seconda moglie de Winter, ma mentre l’idillio con Max sembra una favola, è spaventata dall’importanza di Manderley, e soprattutto del ricordo di Rebecca, la prima moglie deceduta l’anno prima in un incidente in mare; ogni cosa all'interno della casa parla di lei, perfetta,  bellissima, imperatrice di ogni situazione, ammirata e amata, il confronto comincia a pesarle e a sentirsi un'intrusa, continuamente pervasa da un senso di frustrazione e d'inferiorità nei confronti di Rebecca. Alimenta il mito della padrona, la tetra  e inappuntabile governante: la Signora Danvers, chiusa nella sua ossessione feticista nel ricordo della defunta. L’ambiente riporta Max ai suoi fantasmi, allontanandolo dalla giovane moglie,  non comprendendo le sue paure d’inadeguatezza.  Facendo leva su questo, la Danvers suggerisce una festa in costume, come ai bei tempi e  la induce a scegliere un abito di un antenata di Max , ma fu un idea usata da  Rebecca, e il paragone è impietoso, la giovane è umiliata e lei cerca di spingerla a suicidarsi. Ma proprio quella sera viene ritrovato il panfilo su cui Rebecca scomparve. Max racconta alla moglie che fu lui ad ucciderla, che non lo aveva mai amato, solo voluto il potere del suo titolo, gli era infedele e durante un litigio,  gli rivelava di portare un figlio non suo. Scoprire  che il marito odiava Rebecca e che il loro matrimonio in apparenza perfetto, celava un rapporto fatto di odio e che ama proprio lei perché così diversa, trasforma definitivamente la giovane che adesso che conosce la verità può aiutarlo, difenderlo essergli accanto.  Al processo contro di lui, verrà a galla l’ultima verità che scagionerà Max, Rebecca non era incinta, ma all’ultimo stadio di un cancro mortale, lo ha spinto a ucciderla come ultima cattiveria, ma questo non appare in tribunale. Alla signora Danvers non resta che un'ultima, disperata follia incendiando la stanza di Rebecca perché nessuno la profani mai, e muore nel fuoco che distrugge per sempre il castello di Manderley. Ecco il maestoso rudere tra le fronde tornate selvatiche del sogno d’apertura.  La favola di Cenerentola si trasforma nell’incubo orrorifico di una giovane donna straziata dal suo amore e alla ricerca della sua identità. Su cui incombe il fantasma di una  morta, considerata da tutti bellissima e dalla personalità dominante, un nome scolpito, ma senza volto , che ossessiona la protagonista, che per contrasto non ha un nome, solo il suo amore e la sua tenacia. Un donna che inizia il suo percorso come una goffa e ingenua ragazza senza nome, vive l’angoscia di non essere amata e non avere un ruolo, ma lentamente acquisisce autonomia con la volontà di voler capire e aiutare l’uomo che ama, e la consapevolezza di essere veramente amata, la renderà una donna decisa e coraggiosa.  Un film ipnotico, che si trasforma scena dopo scena, una storia romantica diventa un incubo dai risvolti polizieschi, una morta che imperversa nelle vite dei vivi terrorizzandoli con il solo suo nome, che sembra una creatura perfetta mentre è l’essenza della crudeltà, verità che cambiano di continuo strada modificando il punto di vista dello spettatore che è totalmente identificato con la voce della seconda Signora de Winter, esatta contrapposizione di Rebecca. La figura archetipa per un melò, di   un uomo elegante, desiderabile, ma misterioso, melanconico, complesso, tormentato dal passato. L’essenza della perfidia in una delle cattive più indimenticabili del cinema : la governante Danvers, buia, gelida, terrificante, una costante folle minaccia che sembra muoversi senza camminare, il cui viso rigido e ossessionato sembra lo specchio deformato della bellezza seduttiva e diabolica di Rebecca. E su tutto l’incombere della sontuosa Manderley, un castello da favola nera,  "segreto e silenzioso" scrive la Du Maurier, su cui passa una nube come "una mano scura davanti a un volto",  già esso stesso parte di ogni ossessione.  Hitchcock ebbe a dichiarare: «il film è la storia di una casa; si può dire che la casa è uno dei  personaggi principali del film». E lui sa mostrarcela in tutto il suo malsano fascino tra  numerosi acquazzoni e nebbie evanescenti,  le sue luci e  le sue ombre  che si stagliano sui protagonisti,  lasciandoli un ambiguità perenne di luce accecante e profondo buio.  
 

 
La seconda signora de Winter: "Tutte le volte che mi toccavi sapevo che facevi un confronto con Rebecca, tutte le volte che mi guardavi, mi parlavi o camminavi con me nel parco so che cosa pensavi: - Questo l'ho fatto con Rebecca, e questo, e questo, non è vero?" -         Maxim de Winter: " Credevi che io amassi Rebecca? Hai creduto questo? Io l'odiavo! "
Max de Winter : “come si può non essere pazzi quando si vive con il diavolo?”

16 commenti:

  1. "E lui sa mostrarcela in tutto il suo malsano fascino tra numerosi acquazzoni e nebbie evanescenti..." copio/incollo la coda della tua splendida rece, ad uno di migliori Hitch (non saprei dirti uno dei peggiori, pensandoci bene ...).

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  2. Questa recensione mi ha proprio acchiappata, Fel.

    Brava come sempre.

    Bacioni.

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  3. Si Diego lo zio Hitch ha fatto film incredibili, di cui si può parlare per ore, tante sono le sottigliezze da cogliere nelle sue regie, sa guardare le contortaggini dell'animo umano e farne arte. Miaooùùùùù

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  4. Mai....mai Lucy condurre la seconda moglie nella casa dove s'è vissuto con la prima!!!!!!
    Errorissimo......ma...portarci il secondo marito si può....si può eccome ;-)
    Parola della Signora Danvers, governante diabolica e impeccabile che sa come dar fuoco alle case del diavolo.
    Sir Alfred tra finestre, case e cortili poteva metter su un'angenzia di vendita/affitto per le menti più disparate ;-)
    Un bacio Lucy che tra pochi giorni dal De Winter semo fora!

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  5. E' un film che affascina cara Gianna. fffrrrr

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  6. Mai assolutamente ! certo Manderley era caruccia, peccato. Ma anche Lord Max tenersi tutte quelle cose con la R, doveva far tabula rasa e far fuori anche quela Danvers inquietantissima. Dici che dal De Winter semo fora ... ma da te, qui pare che dopo sta settimana sott'acqua mercoledì nevichi gggrrrr
    baciotti fantasmatici.
    ps
    i secondi mariti si perchè tanto gli uomini sono distratti ...................

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  7. L'avevo visto anch'io, poco tempo fa.
    E adesso è stato come rivederlo nel tuo appassionato racconto.
    E che orgoglio, per me, essere uno scrittore apprezzato da una simile buongustaia dell'arte! :D
    Ciao e Miao!

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  8. rivisto d apochissimo. e lo rivesro' a oltranza negli anni.

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  9. Che belle le attrici di questo film, anche se hanno la patina di un tempo irrimediabilmente passato.
    Un capolavoro il film, ma anche perfetta e puntuale la tua recensione.

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  10. Grazie Nicola, ma è facile apprezzare un tuo libro, perchè sei un vero scrittore, come è facile recensire un bel film, si racconta da se. Un bacione dalle fronde di Manderley.miao

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  11. Tti capisco Alpexex anch'io ho film che vede e rivedo, questo deve essere alla sesta visione.

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  12. Caro Costantino ho un attrazione fatale per i film in b/n, molti hanno una magia rara ....

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  13. Sono d'accordo, i film in b/n hanno un fascino tutto particolare. Come le fotografie.
    E credo che le case rispecchino spesso l'essenza di chi le abita... La casa di vetro, qui, è un pasticcio dove chiunque può entrare ed esprimersi. Liberamente.
    La casa dalle basi di pietra è intrisa di passato, catene invisibili e desideri inespressi.
    La vecchia casa del fabbro è piena di botti. C'è anche un tino grande e vuoto. Una vecchia stufa e legna... ancora da ardere.
    E spazi. Che attendono voci: un nuovo pasticcio, dove entrare ed esprimersi... liberamente.
    La casa dei gatti umani è un vestito macchiato di bianco, è una carta sbiadita dall'alcool. Ha una veranda di vetro e un corridoio che approda all'arte. Raccoglie membra stanche su un divano rosso di nome Sebastian...
    TVB
    Cla

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  14. Cara Cla, è vero molto spesso le case ci parlano di chi le abita, hanno tanto da raccontare. Bisogna riuscire a farle diventare parte di se, farsele assomigliare. Comunque Sebastian è l'unico posto in cui sono al sicuro ....... miao fffffffrrrrrrrrrrr

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  15. Grandissimo film, e tu l'hai raccontato magnificamente!

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  16. Grazie Alfoso, è intrigante non poteva non ispirarmi. miaaaoooùùùùùùùù

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